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All'orizzonte un panorama inquietante

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Un alibi fragile le troppe defezioni, sulle motivazioni delle quali è tuttavia lecito interrogarsi, in altri tempi la squadra, anche quando scendeva in campo dimezzata, sapeva imporre la sua autorità: soprattutto in trasferta sua era l'iniziativa, i rivali di turno ridotti a comprimari tremebondi. Per adesso la stagione ha regalato tre punti di peso in Champions, ma dopo un'ora inguardabile: e, al di là delle cinque sconfitte, un paio di vittorie in campionato non particolarmente esaltanti. Perduto per strada il gioco abituale, colpa forse di innesti poco felici, inutile affermare che alla Roma tutti stanno prendendo le misure, ritornello già ascoltato per due anni, quando di queste trappole la squadra risentiva pochissimo, fino a raggiungere una classifica storica. Adesso l'umore del popolo giallorosso non risparmia frecciate a quel tecnico che a nessun costo avrebbe voluto veder partire verso più ambiziosi lidi. Resta da verificare, al di là degli insistiti proclami ufficiali, quanto resti della concordia e della reciproca fiducia che avevano legato tecnico, società e giocatori. E all'orizzonte un panorama inquietante: prima un'Inter da affrontare con una terza linea indecifrabile, poi il Chelsesa a Londra. In altri tempi, due sconfitte potevano essere messe in preventivo senza terremoti, adesso questi impegni arrivano in un momento cruciale della stagione. Senza contare che, alla ripresa, si dovranno fare i conti sull'efficienza dai tanti reduci dalle qualificazioni mondiali, compresi quelli partiti con acciacchi in valigia. Difficile dire se la svolta, tanto invocata e in un paio di occasioni apparsa a portata di mano, possa realmente arrivare in tempi brevi, per evitare il crollo in verticale.

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