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Alessandro Austini [email protected] «Non si è rotto ...

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I suoi concetti suonano contrastanti nel giorno in cui ci si aspettava il contrario: delle certezze. Perché dopo la sconfitta di Palermo in città non si parla d'altro che di Spalletti, del suo umore e della sua voglia di continuare a guidare i giallorossi con l'entusiasmo mostrato negli ultimi tre anni e premiato da risultati. Nelle prime battute della conferenza, il tecnico prova a dire in tutti i modi che il «giocattolo» Roma non si è rotto. «È evidente che non riusciamo a fare le cose che facevamo prima - spiega l'allenatore - ma la squadra crede nelle sue potenzialita. Rimetteremo le cose a posto con serenità come abbiamo sempre fatto, anche in periodi più difficili di questo. Che problemi abbiamo? Di testa più che di gambe e in campo i giocatori si fanno prendere dalla voglia di strafare. Ma se avessimo segnato un rigore avremmo potuto vincere la Supercoppa, così come avremmo potuto raddoppiare col Palermo e chiudere la gara. I miei calciatori devono sapere che questi alti e bassi ci stanno e che devono reagire con razionalità». Poi Spalletti risponde così a chi lo vede diverso rispetto ai primi anni nella Capitale. «Ho letto delle provocazioni, dal punto di vista mio sono tranquillo di sviluppare il mio lavoro come debbo fare. Conosco benissimo i miei calciatori, con cui ho condiviso tre anni splendidi, e di conseguenza non sono assolutamente preoccupato da un risultato di una partita. Io nervoso? Non è assolutamente vero e di calciatori nervosi non ne vedo. Anche i miei rapporti con la società sono identici a quando sono arrivato». Di diverso c'è che la squadra ieri ha dormito a Trigoria: il tecnico ha deciso di ripristinare il ritiro che lui stesso aveva abolito. Perché? «Per mantenere la serenità all'interno la squadra. Altrimenti succede che uno esce prima dall'allenamento e si dice che ci sono problemi nello spogliatoio». Le solite colpe dei giornalisti... Sul finire della conferenza, in sala stampa cala il gelo quando il tecnico sembra parlare come uno prossimo all'addio. «Sono quattro anni che sto qui. Ho avuto problemi all'inizio, venivo da un'altra realtà. Ora sto benissimo, a Roma ho costruito tanti rapporti che porterò sempre con me e continuerò a dare tutto me stesso. Ma questa squadra fara bene anche senza di me». Poi chiarisce: «Intendo che sarà in grado di fare una grande partita col Cluj anche senza il mio contributo visto il valore dei giocatori». La precisazione non basta per scacciare le perplessità sull'umore di Spalletti, ancora distante da quello conosciuto in questi anni. Anche se poi, lontano dai microfoni, confida: «Guardate che sto comprando una nuova casa a Roma». Come a dire: da qui non mi muovo. Ma le vere certezze devono arrivare da stasera in poi sul campo.

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