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Franco Bovaio «Ancelotti non rischia ...

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Merito di un Genoa vivace e imprendibile, certo, che con Milito in attacco ha ritrovato nerbo e penetrazione. Altro che Ronaldinho, Flamini e Shevchenko. Dopo la partita si ha l'impressione che il vero colpo del mercato l'abbia fatto in extremis Preziosi riportando a Genova «El principe», che torna a segnare a Marassi dopo 1.191 giorni da quel gol al Venezia che doveva valere la serie A. Ma demerito anche di un Milan brutto e senza idee, in crisi vera e dopo due giornate clamorosamente ultimo in classifica con 0 punti insieme al Cagliari. Una squadra che schiera tre palloni d'oro ed è carica di gloria e medaglie nei suoi tanti e attempati campioni ma che non sembra più in grado di opporsi validamente alle nuove e fresche leve del campionato come il Genoa. «Dal 16 luglio ho avuto a disposizione l'intera rosa solo quattro giorni, dunque abbiamo avuto poco tempo per assemblare la squadra - si difende Ancelotti - Ma ora, stando insieme, sono convinto che risolveremo i nostri problemi». Sarà, fatto sta che nella ripresa Ancelotti ha sconfessato le scelte di mercato della società lasciando negli spogliatoi le stelle Ronaldinho e Shevchenko per affidarsi al fedelissimo Seedorf e al grande ex Borriello, tenuto a Milanello quasi per forza. I due nuovi innesti hanno dato più grinta alla squadra, ma di palloni davanti ne sono comunque arrivati pochi e sporchi, anche perché il Genoa ha giocato alla grande, trascinato da un Gasbarroni che ha fatto il Ronaldinho e retto da una difesa che in Ferrari e Criscito ha trovato due baluardi insormontabili. Il Genoa, che ha confermato l'acquisto del centrocampista brasiliano Thiago Motta, ha schiodato lo 0-0 al 30' con Sculli, bravo ad inserirsi a centro area sull'assist di petto di Milito. Poi ha mandato in bambola il Milan ed è andato di contropiede. I rossoneri hanno reclamato un rigore al 13' della ripresa per un contrasto tra Biava e Kakà, ammonito per simulazione (il replay sembra dare ragione a Rocchi) e si sono fatti vedere sotto porta solo al 60' con Borriello (parata di Rubinho) e all'83' con Pato, ancora fermato dal portiere genoano. All'89' arriva il rigore del 2-0 di Milito (fallo di Maldini), che torna ad esultare sotto quella gradinata nord della quale era rimasto un idolo anche quando stava in Spagna. E per il Milan inizia un'altra settimana di passione.

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