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Diamo a Quaresma quel che è di Quaresma

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Le immagini televisive hanno confermato, senza ombra di dubbio, che il pallone bloccato dal portiere del Catania Bizzarri dopo il colpo di testa di Mascara e la deviazione del palo, aveva chiaramente superato la linea di porta. Ha visto bene l'assistente dell'arbitro Damato, che infatti non ha avuto dubbi nel convalidare la rete. Del resto non ci sono state proteste particolari da parte dei giocatori del Catania e soprattutto da parte del portiere, che sapeva perfettamente com'erano andate le case. Naturalmente è possibile che si verifichino situazioni meno chiare e che ci possano essere dei gol veramente fantasma. Il mio pensiero, naturalmente discutibile, è che per avere certezza su episodi che si verifichino pochissime volte (diciamo 4 o 5 ogni campionato?) non valga la pena attrezzare i nostri stadi di sofisticate e costose attrezzature tecnologiche. Inoltre, per una volta che un arbitro ha visto bene e le immagini gli hanno dato chiaramente ragione, mi pare che non sia il caso di riaprire un contenzioso davvero inutile. L'altra situazione meritevole di attenzione è quella che riguarda la prima delle due reti dell'Inter, scaturita da un tiro-cross di Quaresma, deviato da Mascara. Tra tutti i giornali che ho avuto l'opportunità di leggere, solo due, La Gazzetta dello Sport ed il Corriere della Sera, hanno considerato il gol come autorete di Mascara, tutti gli altri l'hanno attribuito a Quaresma. Ora è vero che la classifica dei cannonieri non è un documento ufficiale ma non è simpatico che ce ne siano due diverse. Poniamo che questo Quaresma, tenendo fede alla sua fama ed al prezzo pagato dall'Inter, di gol ne realizzi parecchi potremmo trovarci nella situazione di avere al vertice della classifica dei marcatori una situazione poco chiara. Personalmente sono sempre stato favorevole ad attribuire all'autore del tiro un gol anche quando c'è stata una deviazione decisiva. Questo per due ordini di motivi, perché mi sembra giusto premiare l'iniziativa di un giocatore, anche quando viene poi aiutato dalla fortuna, ed al tempo stesso non mi sembra corretto punire l'incolpevole autore della deviazione. Nella stessa partita di sabato scorso c'è stata un'altra situazione nella quale è stato giusto considerare «autorete di Terlizzi» il secondo gol dell'Inter anche perché il colpo di testa del difensore del Catania è stato certamente sfortunato ma anche improvvido. Sulla questione delle autoreti mi sembra che si sia a suo tempo pronunciata la Federazione Internazionale. Certo l'autorevolezza dei giornali che hanno parlato di autorete di Mascara ripropone il problema, anche se io rimango favorevole alla versione ufficializzata dalla Fifa. Ne avevo scritto la prima volta più di vent'anni fa. In un derby milanese del 1995 c'era stata una rete correttamente verbalizzata come autorete di Sebastiano Rossi. Era accaduto che Nicola Berti con uno splendido tiro al volo avesse colpito la traversa, il pallone era poi rimbalzato sulla schiena del portiere del Milan ed era finito in rete. La mia teoria era un po' provocatoria, ma mi pareva giusto riconoscere anche statisticamente i meriti di chi aveva compiuto una prodezza. Negli Stati Uniti, dove il culto per la statistica è molto più sviluppato che da noi, in uno degli sport più popolari da quelle parti, il baseball, c'è una commissione di tre giornalisti che ha il compito di interpretare ed eventualmente correggere i casi dubbi. Avendone scritto, auspicando che anche in Italia si facesse qualcosa del genere, l'allora presidente dell'Unione Giornalisti Sportivi mi telefonò dicendosi disponibile a proporre la creazione di una commissione analoga, ma purtroppo non se n'è fatto nulla. Io sarei favorevole a dare a Quaresma quello che è di Quaresma, ma soprattutto mi piacerebbe che si sviluppasse anche da noi una maggiore attenzione per la statistica applicata allo sport.

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