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Martinez: «Vicina al dolore dell'Aguero Cuba ha sbagliato»

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Magdelin Martinez è una certezza e ieri ha deciso di non parlare solo di atletica, ma anche della vicenda della pallavolista Tai Aguero, ex cubana e adesso azzurra come lei. Solidarietà caraibica e di donna. Oltre a pensare all'atletica, alla speranza di migliorare il settimo posto di Atene e di ciò che l'aspetta a Pechino, la triplista la cui presenza in azzurro ai Mondiali di Parigi 2003 fece arrabbiare un mito del passato come Alberto Juantorena, ha qualcosa da dire sulla vicenda della pallavolista azzurra, alla quale l'Havana ha negato il visto di rientro e la possibilità di rivedere la madre prima che morisse. «Io non ho avuto problemi a rientrare, ma non è così per tutti - spiega - Nel caso della Aguero, purtroppo, lei doveva aspettarsi che non le permettessero di rientrare. Sappiamo quali sono le regole da quelle parti, anche se vista la situazione c'era da aspettarsi che fossero più morbidi. Le cose un giorno dovranno per forza cambiare, ma intanto la situazione è questa». «Ma noi cubani - aggiunge - siamo abituati a faticare e prima o poi la Aguero supererà anche questo brutto momento. Intanto le esprimo la mia solidarietà». Per lei è diverso solo perchè la sua storia con Luigi Piccotti nacque nell'isola caraibica, quando lui, che era in vacanza, si sentì male e lei le fornì le medicine necessarie, nonostante le difficoltà per trovarle. Da lì scoccò la scintilla che li ha portati a diventare marito e moglie, e ha fatto di Magdelin una saltatrice da maglia azzurra. Juantorena l'avrebbe voluta in gara per Cuba e invece dovette ingoiare il rospo. Sulla sua gara, che comincia domani con le qualificazioni, la Martinez dice che quella di Pechino «può essere una delle migliori della mia vita», e quindi si può sperare. Il sesto posto dei Mondiali di Osaka potrebbe ridiventare un terzo come alla rassegna iridata di Parigi, quando Magdelin si prese il bronzo. «Ho lavorato bene in allenamento - garantisce - e mi sento pronta». Intanto parla di Cuba anche quando le chiedono se non le dia fastidio lo smog di Pechino: «l'aria mi va benissimo, a Cuba era molto peggio e qui sto da Dio». Ora deve solo dare l'assalto al podio, e se ci salirà festeggerà scatenandosi in quei balli che sono la sua passione: da buona cubana, certi ritmi ce li ha dentro e sarà sempre così anche se adesso veste la maglia dell'Italia.

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