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Ci vorrà la forza del gruppo

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Quella Spagna avvelenata con la storia e con le tradizioni, sorretta da una convinzione mai così forte in passato, propone a Roberto Donadoni e ai suoi un esame fondamentale: severo, non insuperabile. Molto si è parlato, in questi giorni, del micidiale duo offensivo di Aragones, ma anche delle qualità del suo centrocampo, così abile e assiduo nel possesso di palla, ma i settori, anche i più celebrati, vivono in stretta interdipendenza con gli altri reparti. L'Italia dovrà dunque contare sulla sua capacità di fare gruppo, gli avanti in soccorso alla linea mediana, quest'ultima chiamata a costruire ma anche, e soprattutto, a offrire alla difesa una diga il più possibile compatta: con grande pazienza e attenzione, nemiche la frenesia e la ricerca della piccola gloria individuale, l'equilibrio dei rispettivi valori può spezzarsi anche per un episodio. Non sembrano esservi novità rispetto alle scelte tecniche ipotizzate in questi giorni, blocco romanista a centrocampo, Aquilani e Ambrosini a sostituire Pirlo, assenza molto pesante, e Gattuso. Dunque ulteriore fiducia a Cassano, che ha dimostrato di poter offrire un contributo dinamico improponibile fino a un anno fa, prima della rinascita a Genova. Ce la giocheremo, insomma, ma la tensione accumulata nella lunga attesa dovrà produrre esiti positivi, non si potrà concedere il minimo calo di attenzione, sperabile che Toni ritrovi il gol, dopo avere comunque offerto apprezzabile apporto. L'Olanda agguanta nei minuti finali i supplementari di fronte a una Russia bellissima, colpevole soltanto di avere mancato più volte il colpo del k.o. Poi giustizia è stata fatta, la grande rivincita, a vent'anni esatti dalla finale europea di Monaco. All'Olanda, dominata, non sono bastati neanche i regali arbitrali. Tutte fuori, finora, le vincitrici dei gironi. Sarà un buon segnale?

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