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Si torna a battere la Francia dopo trent'anni, ma ...

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Vantaggio a metà primo tempo, un uomo in più, forse si sarebbe dovuto chiudere prima, ma il «braccino» è durato poco. Fantastico ispiratore Daniele De Rossi, che fosse rimasto fuori in quella disastrosa prova d'esordio è parso delittuoso, ma adesso bisogna guardare al futuro. Difficile sperare in un più promettente approccio a una gara che Donadoni aveva affrontato creando una sorta di diga a centrocampo, Gattuso per Camoranesi e un buonissimo Cassano per Del Piero le novità. Dopo che Toni si era pappato un gol colossale la Francia ha perso Ribery, dopo altre opportunità azzurre a metà tempo il fallo di Abidal su Toni, rosso per la chiara occasione da gol, Pirlo alla trasformazione. C'è stato anche un palo di Grosso, però qualche concessione ai mutilati francesi ce la saremmo potuti risparmiare. Troppe sofferenze nella ripresa, superiorità numerica non sfruttata, il gol olandese a caricare più i francesi che i nostri, rivitalizzati dal gran destro di De Rossi, felicemente deviato per il raddoppio. Ancora cambi, grande Buffon, amministrazione tranquilla, da Berna la vidimazione sul passaporto. Da domani sera, avanti con il «juego a morir», secondo la definizione messicana dell'eliminazione diretta. Si parte da Portogallo-Germania, vero che i tedeschi non muoiono mai, però contro l'Austria lo stato preagonico era evidente. Ma intanto c'è da sbrigare un'ultima formalità, per consegnare al tabellone dei quarti l'ottava qualificata, da scegliere tra la Svezia e la Russia. Differenza-gol che privilegia nettamente gli svedesi, irrilevante piangere troppo per la vittoria regalata alla Spagna in pieno recupero: a conti fatti, sarebbe stato comunque necessario non perdere contro i pupilli di Guus Hiddink.

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