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Inter, parte l'era di Mourinho

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Il portoghese ha un obbligo preciso: vincere subito la prossima Champions League

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Si porta a Milano da Setubal, Mourinho, una valigia pesante e dentro devono esserci tutti gli attrezzi del mestiere di «mago» della panchina. Perchè non si tratta di provare a vincere la Champions - che quello lo aveva fatto per tre stagioni consecutive anche il tecnico marchigiano che è arrivato a sostituire - ma di riuscire ad alzare la coppa con le «grandi orecchie» sul prato dello stadio Olimpico di Roma fra poco meno di un anno. Perchè Moratti lo ha scelto, pagando un prezzo molto alto (e non solo economico) per averlo. E lo ha fatto solo ed esclusivamente per questo obiettivo. Per far dimenticare le tensioni, le incertezze, le polemiche, le attese di questi giorni dopo la gioia per lo scudetto conquistato nell'ultima mezz'ora di campionato, Josè Mourinho deve dare una scossa positiva, non solo convincere ma far rivivere le emozioni che solo Helenio Herrera, il «mago» appunto, seppe suscitare nella Milano nerazzurra. Oggi, nella sua prima conferenza stampa (ore 11.30 ad Appiano Gentile, diretta su Sky Sport 1 e Raisport Più) per la quale il neo allenatore nerazzurro si è preparato con scrupolo sottoponendosi perfino a una full-immersion nella lingua italiana con tanto di professore personale, «special one» non potrà quindi deludere le attese enormi dei tifosi interisti. Deve convincere anche quelli - e non sono mica pochi - che non riescono a capire le mosse della società. Per farlo dovrà dire - in italiano, chiaro - di sapere come fare a portare la squadra che gli è stata affidata fino al traguardo. Difficile di sicuro, ma se c'è uno che ce la può fare subito - a via Durini ne sono sicuri - è Mourinho. L'Inter nel presentare il suo nuovo allenatore lo descrive come «un uomo spavaldo, forte, che è diventato leggenda proprio per il suo carattere, oltre che per i meriti sportivi». Una tempra che sta proprio in quel suo inizio graduale, in quel voler costruire sempre un cammino vittorioso e vincente, passando a traguardi di volta in volta più impegnativi solo quando era certo di poterlo fare. Ha vinto 12 trofei in cinque anni e, se ha accettato questa sfida, nei suoi proverbiali quadernetti deve aver annotato la strada per arrivare al traguardo. Ora comincia l'era di Mourinho - lo scrive il sito nerazzurro - ma i risultati devono arrivare immediatamente. Altrimenti prevarranno nei giudizi le critiche per i tanti soldi spesi. I tifosi del «resto» d'Italia, milanisti in testa, lo aspettano al varco. E non saranno solo barzellette e chiacchiere da bar. Già ieri un quotidiano riferiva delle battute del primo tifoso rossonero, Silvio Berlusconi. Il presidente del Consiglio, che nella sua società ha da qualche stagione adottato una linea di rigore economico, magari dopo diversi anni di «grandeur», avrebbe ironizzato, approssimando per difetto: «Ma come fa Moratti a spendere 12 milioni e mezzo di euro per Mancini?» (per cacciare Mancini ndr).

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