Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

«Eto'o e Zambrotta per una Roma più forte»

default_image

  • a
  • a
  • a

A Torino arriva Amauri, a Firenze Gilardino: in attesa dei colpi dell'Inter di Mourinho, si rinforzano le inseguitrici. A Trigoria, invece, si attende una schiarita sul futuro societario prima di provare a puntellare la squadra con un budget piuttosto risicato. «A noi mancano due giocatori, non sei - attacca Spalletti in un'intervista concessa a Roma Uno - se poi dovesse partire qualcuno, andrà sostituito». Tradotto: serve una punta e un esterno «basso» in difesa, oltre a un'ala per rimpiazzare Mancini. Il tecnico ammette che «un difensore sarà uno degli acquisti» e fa due nomi. Più una provocazione che una richiesta. «Visto che mi "appioppano" sempre Iaquinta vi dico che mi piace uno che vuole anche l'Inter: Eto'o. Sceglierei sia lui che Zambrotta. Se dobbiamo competere con squadre così importanti, si deve andare a cercare questo tipo di giocatori». Irraggiungibili, però, se i Sensi resteranno al comando del club. «Stiamo lavorando in sintonia - aggiunge il tecnico - a me fa piacere avere calciatori che conosco. Conti e Pradè tentano di accontentarmi: per perfezionare la Roma ci sarebbe bisogno di un paio di calciatori di livello. Non ripartiremo con la classifica di quest' anno: sarà tutto da rifare». Spalletti si esprime poi così sulla vicenda-Soros: «Bisogna avere rispetto verso la famiglia Sensi, vista la loro voglia di metterci a disposizione il massimo. Per il momento mi attengo ai comunicati, ma se loro vedranno degli sbocchi vantaggiosi per squadra e società si adopereranno di conseguenza». Capitolo Aquilani. Dal ritiro della nazionale il centrocampista ha chiesto un confronto con Spalletti e la società per capire i programmi su di lui. L'allenatore toscano non gli risparmia una «bacchettata». «Alberto ha fatto dei discorsi corretti, è giusto aprire un dialogo in un gruppo. Ma si è dimenticato di dire che ci siamo sentiti lunedì sera: la conferenza c'è stata due giorni dopo. Non sono sorpreso di quello che ha detto perché non c'è nulla di diverso rispetto alla nostra telefonata. Per il momento è stato l'unico che ho chiamato nel ritiro azzurro». Spalletti è ancor più chiaro su Mancini. «Avere un buon rapporto non significa andare d'accordo, ma affrontare discorsi per mandare avanti bene la situazione. Questo è successo con lui ma anche con qualche altro calciatore che è andato meglio durante l'anno». Se per il brasiliano l'addio è imminente, De Rossi rimane un punto fermo per la Roma del futuro. «Penso che non ci siano problemi per il rinnovo - assicura l'allenatore - la società sa che tipo di calciatore è. Lui ha dimostrato più volte l'attaccamento alla maglia in campo. Dipende però da quello che si vuole fare dal punto di vista degli obiettivi societari». Cosa ancora non chiara.

Dai blog