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Roma, i dubbi di Soros rallentano l'affare

Roma

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Sensazioniquasi opposte per i diversi «attori» coinvolti nella trattativa e una nuova certezza: l'epilogo della telenovela è rinviato. I Sensi, invece, parlano. E smentiscono. Lo fanno con l'ennesimo comunicato di Italpetroli e attraverso le parole della signora Maria. «La mia famiglia va avanti» dice con un misto di fierezza e malinconia ritirando un premio destinato a suo marito, il presidente Franco. Intanto da New York non è arrivata la svolta attesa per ieri. Solo un'altra dose di indiscrezioni e «soffiate», spesso contrastanti tra loro. Venerdì notte Soros avrebbe comunicato a Steven Horowitz della Inner Circle Sports che la Roma non gli interessa più. E ci sarebbe stato un secondo «no» nelle ore successive. La notizia è stata confermata nel pomeriggio dall'agenzia economica «Radiocor». Ma gli advisor italiani coinvolti nell'affare non hanno ricevuto alcun segnale di questo tipo fino a ieri sera. Si aspettano una risposta nelle prossime ore, anche se l'ottimismo diffuso nella scorsa settimana sta scemando. Horowitz era tornato nell'ufficio di Soros con un accordo sulla parola per acquistare la Roma. Quello raggiunto mercoledì scorso a Milano con l'avvocato di Italpetroli, Gianroberto De Giovanni. C'era l'intesa di massima sul prezzo e sulla conferma di Rosella nel nuovo cda. Ma i Sensi non hanno concesso a Soros di presentare un'offerta scritta: in quel caso avrebbero dovuto comunicarlo immediatamente alla Consob. Un modo come un altro per prendere ancora tempo, cosa che non è affatto piaciuto al magnate nato in Ungheria. Fosse dipeso da lui, la trattativa sarebbe già finita dopo il dietrofront dei Sensi ad aprile. E neanche la rinnovata volontà di vendere della famiglia lo avrebbe entusiasmato. Il tira e molla sul prezzo, gli interventi dei consiglieri e le continue smentite di Italpetroli hanno raffreddato il suo interesse. Non solo: i dubbi di Soros avrebbero un'origine più datata. Nelle relazioni sull'affare recapitate sul suo tavolo, l'unica voce negativa riguardava le difficoltà legate all'ambiente romano, puntualmente confermate dal «terremoto» che si è scatenato nella Capitale da quando circola il suo nome. Ma la parola «fine» non è stata ancora scritta. L'avvocato Tacopina arriverà giovedì a Roma e la sua opera di mediazione potrebbe dare una scossa alla situazione. Se Soros non dovesse cambiare idea, la Inner Circle, forte dell'accordo raggiunto con De Giovanni, potrebbe anche cercare un altro finanziatore per l'operazione. Nonostante Italpetroli continui a negare l'esistenza della trattativa, la Borsa sembra muoversi nella direzione opposta. Dopo diverse sospensioni per eccesso di rialzo il titolo ha guadagnato ben il 18,63%, chiudendo a 1,56 euro: il prezzo massimo dal settembre 2002. Impressionante il volume degli scambi che hanno riguardato il 5,8% del capitale, ovvero 7,8 milioni di azioni: inspiegabile...

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