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Rossi aspetta la chiamata di Lotito

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La Lazio deve ripartire, ma il presidente ancora deve gettare le basi per il nuovo anno. Sarà una ripartenza difficile, con i tifosi pronti a fare fronte comune pur di dare una scossa a tutto l'ambiente. Per il momento c'hanno pensato i giocatori che, liberati dal bavaglio imposto dalla società, sono tornati a parlare. Le dichiarazioni di Mudingayi sono il termometro di una situazione piuttosto delicata. Lo stesso Lotito, al termine della partita di campionato contro il Napoli, aveva messo sotto accusa i giocatori. In poche parole: tutti contro tutti, con un rimpallo di responsabilità che ancora non conosce la parola fine. Il direttore Walter Sabatini è l'unico, finora, ad essersi esposto in prima persona autoescludendosi dal nuovo progetto. La società dovrà ripartire proprio dal direttore sportivo: Pierluigi Di Santo e Franco Ceravolo sono i due candidati alla successione, al di là delle numerose candidature che sono arrivate dalle parti di Villa San Sebastiano. Il primo ha vissuto un'esperienza nell'Ascoli, muovendo i suoi primi passi nell'Astrea - squadra della Polizia Penitenziaria che fa capo al Ministero di Grazia e Giustizia - in qualità di responsabile. Il secondo ha lavorato per dodici anni nel settore giovanile della Juventus come capo degli osservatori. In attesa di scegliere il nuovo direttore sportivo, il silenzio-assenso di Lotito sta portando alla riconferma di Rossi. Il tecnico non vuole rifondazioni: al di là dell'arrivo di Carrizo, la rosa dovrà essere arricchita con un centrale di difesa e un centravanti. A centrocampo, con la probabile partenza di Mudingayi e Behrami, si cercherà di arrivare a Marchisio della Juve, sfruttando la carta Stendardo. Rossi non chiede molto, tuttavia l'unico cruccio del presidente resta legato al gruppo, e all'appeal che il tecnico potrebbe (non) avere all'interno dello spogliatoio. Intanto domani Tommaso Rocchi dovrebbe mettere la firma sul rinnovo contrattuale dopo aver trovato - a febbraio - un'intesa per i prossimi 5 anni.

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