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Roma, grazie lo stesso

Roma Club Testaccio

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Un capolavoro che in qualsiasi altro torneo del mondo sarebbe valso il titolo: ventidue vittorie e ottantadue punti sono numeri da tricolore che mai la Roma aveva raggiunto. Più di così era oggettivamente impossibile chiedere a questa squadra, che ora ripensa agli aiutini concessi alla rivale nerazzurra e si mangia le mani. Oppure al pareggio in casa con il Livorno che fa lo stesso effetto. Scivolata a undici punti dall'Inter dopo ventitrè giornate, la squadra di Spalletti ha avuto il merito di crederci fino all'ultimo e per cinquanta minuti, ieri, è stata campione d'Italia. Dal gol di Vucinic a Catania fino al vantaggio nerazzurro al Tardini. Un'illusione o un premio, a seconda dei punti di vista. I gol del redivivo Ibrahimovic hanno riportato il tricolore a Milano. A quel punto i giallorossi si sono arresi e i siciliani hanno trovato la rete salvezza. Festeggia il Catania, la Roma esce delusa ma a testa alta. In un Massimino infuocato si gioca una gara surreale. Giallorossi bravi a passare subito in vantaggio e gestire nervi e risultato fino a quando il Parma teneva l'Inter sul pareggio. I siciliani partono con tanta foga e poche idee e vengono puniti dopo otto minuti da Vucinic. Strepitosa l'azione personale del montenegrino che raccoglie palla sulla trequarti, ne lascia sul posto tre e con un diagonale da posizione quasi impossibile pesca l'angolino alle spalle di Bizarri. Potenza, velocità, classe per il gol più bello dell'anno. Il Catania reagisce con i nervi. Baiocco è indemoniato e prende a calci chiunque gli passi vicino, ma il giallo per lui arriva solo dopo 43 minuti. Vucinic si azzuffa con Terlizzi: entrambi ammoniti. La Roma controlla la partita senza affondare il colpo, così la squadra di Zenga prende coraggio e alla mezzora sfiora il gol con Martinez. Subito dopo Mancini triangola con Vucinic al limite dell'area e si trova sul destro il pallone del raddoppio ma lo spreca. Un autentico miracolo di Doni su Colucci salva poi la Roma dal pareggio. Nella ripresa Zenga inserisce Morimoto al posto di Sabato, con Vargas che scala sulla linea dei difensori. La Roma si ripresenta in campo contratta e il Catania la mette alle corde. Baiocco ha la palla del pari ma la mando a lato. Il Massimino ci crede. Spalletti cambia Mancini con Giuly, per i siciliani entra Mascara. Ma è Morimoto a divorare l'occasione del pareggio su lancio millimetrico di Stovini. Pochi istanti dopo arriva la notizia da Parma che spezza le speranze giallorosse: Ibrahimovic porta in vantaggio l'Inter. Da lì in poi un assalto catanese con due traverse, un gol annullato a Mascara e un miracolo di Doni che poi non fa molto, come tutta la difesa, per evitare la rete del pari di Martinez che salva il Catania e manda in B l'Empoli. Senza quel gol per la Roma sarebbe stato difficile uscire viva dallo stadio: il calcio italiano è anche questo. Sabato prossimo l'ultimo atto della stagione con la finale di coppa Italia. Ancora Roma-Inter, chi pensavate che ci fosse?

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