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Marco Grassi Questo non è un ...

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Tante tappe come quella di ieri, ad Agrigento, vinta da un incontenibile Riccardo Riccò, che ha trovato nella rampa della città siciliana il trampolino ideale per centrare il suo secondo successo nella corsa rosa dopo le Tre Cime di Lavaredo di un anno fa. Ma il modenese ha trovato anche degli ossi durissimi da piegare: primo fra tutti Danilo Di Luca, che si è accontentato del secondo posto, ma che gioisce per una condizione che è quella sperata: difendere la Rosa del 2007 non è un'impresa impossibile. La seconda tappa, dopo la fuga di Loosli e Roy, si è accesa com'era prevedibile nel circuito finale: 13 km con i 3.000 metri di salita che portano ad Agrigento, da ripetere due volte. E già al primo passaggio i colpi della Lpr di Di Luca hanno fatto male a tanti, se è vero che praticamente tutti i velocisti si sono staccati. Ma la corsa è letteralmente esplosa nella seconda scalata: e i primi a farne le spese sono stati Bettini e Visconti, che pure alla vigilia erano tra i più pronosticati, ma che si sono staccati patendo l'andatura sempre più forsennata della Lpr. A 1 km dalla vetta è stato Joaquím Rodríguez a proporre uno scatto simile a quello della tappa di Montelupone, da lui vinta alla Tirreno-Adriatico. Lo spagnolo ha conquistato un bel margine, e avrebbe ottenuto quest'altra prestigiosa vittoria se alle sue spalle non si fosse scatenato Paolo Savoldelli. E sul rettilineo finale, a 200 metri dal traguardo, il gruppetto di Di Luca ha ripreso Rodríguez. E chi se n'è giovato più di tutti? Ovviamente Riccò, che ai 120 metri ha lanciato la sua volata, prendendo 3 metri allo stesso Danilo e vincendo a braccia alzate. Della nuova maglia rosa Pellizotti parliamo qui accanto.

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