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Giallorosssi presuntuosi e masochisti

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Ma il sabato nero ha anche altri risvolti, non meno inquietanti per l'umore del popolo romanista: su tutto la rinuncia a Totti dopo quaranta minuti, stop previsto da due mesi, nella ipotesi migliore, a cinque mesi. Dunque stagione finita, potranno festeggiare i gufi che puntualmente accompagnano con i loro cori le vicende del capitano, altri argomenti dovranno trovare per i loro salotti saturi di aria fritta. Un'ulteriore mazzata dopo il grande gelo che aveva accompagnato, fin dalla mattinata, le voci sulla trattativa con George Soros, il messia tanto atteso. Ci mancavano gli arabi, veri o fantomatici! Certo, nei due punti persi ha pesato anche la sfortuna, ma non va sottovalutata la presunzione che ha segnato certi atteggiamenti, i colpi di tacco di Pizarro e Mexes in fase difensiva, da brividi, le tante occasioni perdute in una sfida a senso unico. Era giusto, insomma, secondo quanto dettavano esperienze antiche e recenti, diffidare dal calendario in discesa, una discesa sulla quale troppo spesso la Roma malamente ruzzola. Con undici delle venti protagoniste titolari di almeno uno scudetto, questo è un turno singolare, con una sola classica, proprio la sfida più attesa, il posticipo serale dell'Olimpico torinese, dove è di scena la capolista. E potrà giocare, l'Inter, con la serenità che il passo falso dei rivali le ha garantito: vincendo, avrà chiuso in via definitiva il discorso dello scudetto, ma anche un pareggio sarebbe un risultato non disprezzabile, resterebbe infatti invariato il distacco a quattro giornate della conclusione. Tutto il resto riguarda più la zona rossa che la rincorsa al quarto posto, Champions già prenotata da Inter, Roma e Juventus, troppe partite segnate da avvilenti demotivazioni di squadre già paghe.

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