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Roma, tutti a casa

De Rossi

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Inter e Milan già castigate dalla legge delle inglesi, impietosa anche per i giallorossi, costretti a fare a meno di capitan Totti, che si arrendono alla squadra più forte del momento. Il Manchester domina per un tempo, ringrazia De Rossi che sbaglia un rigore, poi gestisce il vantaggio accumulato all'andata fino a inventarsi il colpo del ko con Tevez nel momento migliore della Roma. Spalletti torna comunque a casa con qualche rimpianto: il rigore poteva cambiare la storia della partita. E invece De Rossi, quattro giorni dopo aver fatto centro con il Genoa, l'ha calciato alle stelle: si capiva dal suo sguardo prima di tirare che sarebbe finita così. Impaurito, come tutta la squadra al cospetto di un Manchester-bis. Ferguson infatti fa lo snob e si inventa un maxi-turnover in vista della sfida di domenica in Premier con l'Arsenal. Fuori sia Ronaldo che Rooney, in panchina anche Scholes ed Evra, della serie: «Siamo già in semifinale». Ha avuto ragione lui. Spalletti, invece, sceglie un assetto troppo coperto, preferendo Panucci a Cicinho e bloccando i terzini. Nel primo tempo sembra di rivivere l'incubo del 7-1. In campo c'è la stessa Roma irriconoscibile di un anno fa, trafitta a piacimento da un Manchester veloce e più concentrato: come se la qualificazione dovessero costruirla gli inglesi. Il centrocampo è nelle mani del trio scelto da Ferguson, con Carrick playmaker basso e Anderson-Hagreaves abili a infilarsi in tutti gli spazi. Pizarro è irriconoscibile, Perrotta un fantasma, Vucinic troppo solo lì davanti e la difesa non riesce a reggere l'urto del Manchester che attacca forsennato sulle fasce. Solo uno strepitoso Doni tiene a galla una barca che fa acqua da tutte le parti. In sequenza Park, Tevez, Hargreaves e Giggs si ritrovano il pallone per il vantaggio ma tra mira sbagliata e interventi super del portiere brasiliano, il punteggio resta inchiodato sullo 0-0. La Roma risponde con un tiro debole di Vucinic e un tentativo di Mancini da fuori area. Al 29' l'episodio che potrebbe cambiare la partita: Amantino azzecca la prima giocata della sua partita e si procura un rigore - fallo netto di Brown, bravo il norvegese Ovrebo a vederlo - ma il pallone se ne va in cielo insieme alle speranze giallorosse. In tribuna d'onore c'è una vecchia gloria del Manchester, Eric Cantona, poco più in là Donadoni e il ct francese Domenech. Di Capello nessuna traccia. Nel settore ospiti quasi tremila tifosi romanisti che iniziano a cantare un'ora prima del fischio d'inizio e non smettono più. L'avvio di ripresa è tutto della Roma che non riesce però a sfruttare le incertezze di una difesa priva di Vidic ed Evra. Potrebbe farlo Vucinic e due volte Juan ma la palla non vuole entrare: la Roma finisce qui. Cassetti, tra i peggiori, si fa male alla spalle e lascia il posto a Tonetto, entra anche Giuly per Pizarro e arriva subito il gol di Tevez su cross di Hargreaves. Poi è solo una passerella per il Manchester che ritrova il capitano Neville dopo 13 mesi e vola in semifinale dove incontrerà il Barcellona. Quarta sconfitta su sei confronti con i Red Devils per una Roma che finisce la sua corsa allo stesso punto dell'anno scorso, tra le prime otto d'Europa. Per una società che si auto-finanzia è comunque un trionfo. «Vinceremo il tricolor» cantano i tifosi romanisti dopo il fischio finale: l'obiettivo per trasformare la stagione da positiva in bellissima. «Impossible is nothing...».

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