Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

In Croazia c'è l'Italia di Davis

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Dodici anni dopo la Croazia ha vinto, in Slovacchia la più inedita e sorprendente finale nella ultracentenaria storia della Coppa. La vittoria del 2005 e la quasi immediata retrocessione della Croazia sono entrambe dovute ad una formula troppo ridotta. Due buoni giocatori (Ljubicic ed Ancic) possono anche garantirti, insieme ad un buon sorteggio, il successo ma è sufficiente che un solo tennista si renda indisponibile (Ancic) per perdere uno spareggio con la Gran Bretagna e retrocedere. Il successo però aiuta a far crescere il movimento ed ecco che la Croazia può oggi permettersi di rinunciare al suo miglior giocatore, Ivan Ljubicic, ed essere ugualmente favorita contro l'Italia, un paese che in Davis vanta sette presenze in finale ed una tradizione ben più solida ed antica. Sembrava che i nostri avversari dovessero fare a meno, oltre a Ljubicic, anche di un altro giocatore, quel Karlovic che oltre ad essere il più alto tennista del circuito (2,08) garantisce un potenziale che sulle superfici veloci lo rende più pericoloso della sua classifica (n. 18). E' proprio la superficie, che nel tennis rappresenta, più del pubblico, il vantaggio del fattore campo, che dovrebbe garantire un margine ai nostri avversari ma senza impedire a noi di sperare in una piacevole sorpresa. Sulla base delle classifiche dei primi tre giocatori (il quarto, il croato Karanusic, ed il nostro Cipolla difficilmente giocherà) la Croazia ci batte di 22 punti: Karlovic 18, Cilic 44 ed Ancic 54 fanno 116; Starace 36, Seppi 45 e Bolelli 57 fanno 136. E' chiaro che Ancic vale di più della sua classifica attuale così come sul rapido Seppi e Bolelli si fanno probabilmente preferire a Starace. Purtroppo non abbiamo un doppio, non ce l'abbiamo da molti anni, e la Davis è l'unica gara nella quale il doppio è importante. Domani, dopo il sorteggio, ne sapremo di più ma al momento credo che alla nostra squadra non si possano concedere più del 35-40 per cento di possibilità che comunque non è una quota disperata. Se poi si vuole sapere come mai la Croazia, che non ha non solo le nostre tradizioni ma nemmeno le nostre possibilità, abbia una situazione generale migliore della nostra è un discorso che sarà più opportuno fare a bocce ferme.

Dai blog