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Un criterio d'assegnazione ingiusto

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Sono temi che Fair Play ha trattato con insistenza nella vana speranza di trovare consensi presso chi deve decidere. Volendo fare degli esempi, il campionato dell'anno scorso con l'Inter che ha concluso con 22 punti di vantaggio sulla Roma è stato il miglior manifesto possibile a favore dei playoff ma ha contemporaneamente fatto crollare l'interesse per le ultime giornate del torneo. Quest'anno si è avvertito il pericolo che ci potesse essere una situazione analoga, poi per fortuna la Roma ha tenuto e l'Inter ci ha messo del suo, al punto che si può ipotizzare un finale di grande interesse. Premetto che scrivo a prescindere dall'esito di due partite, Cagliari-Roma e Lazio-Inter, che possono essere considerate decisive o comunque cambiare in un senso o nell'altro lo scenario della volata verso il 18 maggio. A questo proposito mi è stata tolta la possibilità di tifare per la migliore conclusione possibile che, almeno a mio parere, sarebbe uno spareggio per la conquista dello scudetto. Per evitare una coda che avrebbe potuto dare fastidio per i successivo Europei, è stato infatti deciso che in caso di arrivo a pari punti sarebbe stato decisivo l'esito dei due confronti diretti per cui in realtà il vantaggio in classifica dell'Inter va aumentato di un punto. In altre parole la Roma per conquistare lo scudetto deve conquistare un punto più dell'Inter. A pensarci bene è molto curioso che in 75 campionati soltanto una volta (1963-64) due squadre abbiano concluso il torneo a pari punti. Io rimpiango, per avervi assistito, il clima di quella sfida Bologna-Inter.

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