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Simone Vitta JEREZ Un sorriso appena abbozzato, ...

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Dai suoi occhi è sparita la delusione del Qatar, lo spettro di dover rincorrere, fin dall'esordio, per tutta la stagione l'avversario di turno. Non voleva più giocare in difesa re Valentino e ha iniziato a farlo in attacco. Terzo al mattino, il pesarese s'è piazzato secondo nella conclusiva sessione del venerdì, parimenti secondo assoluto nella comparativa dei tempi della prima giornata di Jerez. Tra le colline andaluse dove ha vinto molto, Rossi è tornato a volare. Non tanto per mettere il sale sulla coda di Jorge Lorenzo, ma quasi. Solo quarantatrè millesimi di secondo hanno separato il mallorchino da Valentino. Un soffio. «La mia moto va bene e per me è una grande emozione guidare in casa davanti al pubblico spagnolo - a detto Lorenzo - spero di offrire ai tifosi un grande show» Che la Yamaha sia tornata competitiva lo hanno nuovamente dimostrato non solo Lorenzo e Rossi - che hanno elettronica più evoluta rispetto agli altri due piloti dell'azienda dei tre diapason - ma anche il texano Colin Edwards, buon terzo assoluto e il britannico James Toseland, ottavo nonostante una caduta. La differenza tra Rossi e Lorenzo è fatta anche di gomme. Un muro di gomme virtuale, come quello che separa nei box i due compagni di squadra ma pur sempre muro. Michelin per il giovane e arrembante Lorenzo, Bridgestone per Valentino. E mentre il paddock ha preso atto che il connubio Michelin-Yamaha marcia come un treno, ancora tutto da scoprire è quello con le coperture giapponesi che il folletto di Tavullia ha testardamente preteso per tornare a volare in alto. «In questa MotoGp c'è troppa elettronica» ha commentato un Rossi comunque soddisfatto. Nel venerdì di Jerez non ha brillato Casey Stoner. L'australiano della Ducati ha stampato il secondo giro più veloce nella prima sessione di prove, poi è incappato in un ruzzolone. Sesto assoluto, è stato preceduto anche dall'accoppiata della Honda: quarto lo statunitense Nicky Hayden, quinto il suo compagno di team, lo spagnolo Daniel Pedrosa. Problemi ne ha sofferti anche Andrea Dovizioso. Ancor meno in palla Loris Capirossi. L'imolese ha dato il meglio di sè ma la Suzuki, che non è ancora riuscita a far di sei prototipi una sola moto buona, non gli ha consentito di andar oltre il nono miglior tempo, d'un soffio davanti al sanmarinese Alex De Angelis. Fanalino di coda della pattuglia azzurra della MotoGp il solito Marco Melandri. Per lui, quindicesimo e quart'ultimo della classe regina, la lotta è più con la sua Ducati che con gli avversari in pista. Nella classe 250 ha ipotecato la pole-position Mika Kallio. Tutta targata Aprilia, invece, la prima fila provvisoria della minima cilindrata. Con la pole provvisoria finita nelle mani dell'iberico Nicolas Terol e il secondo miglior tempo spiccato dal romano Simone Corsi.

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