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Tiziano Carmellini [email protected] Fame di ...

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Il capitano giallorosso dai microfoni di Sky torna sulla stagione e ammette chiaramente che il «suo» obiettivo era e resta il tetto d'Europa. «La Champions League la preferisco allo scudetto, ma anche se arrivasse il tricolore non sarebbe male. Mi manca un trofeo così, una grande vetrina internazionale per sperare di vincere il Pallone d'Oro». Un riconoscimento che resta però inevitabilmente legato ai prossimi Europei: «Allora vuol dire che non ce la farò, visto che io non li giocherò. Mondiali del 2010? No, grazie». In prima fila nei pensieri del capitano giallorosso c'è quindi la massima competizione europea, ma lo scudetto vinto a Roma è una cosa che difficilmente si riesce a dimenticare. «Se dovessi riuscirci di nuovo, questo avrebbe certamente un sapore differente rispetto a quello del 2001. Perché se ribalteremo tutto, lo avremo fatto dopo una rimonta». Non sa dire quale sia la Roma più forte tra quella attuale e quella dell'ultimo tricolore giallorosso. «Difficile paragonarle, sono tutte e due squadre di grande spessore, quella ha vinto e questa può vincere». Per farlo però la Roma non dovrà sbagliare nulla da qui alla fine della stagione compreso il derby della capitale numero 130 di campionato in programma mercoledì sera. «Non temo la Lazio, però mi dispiacerebbe perderlo soprattutto per i tifosi: ma anche per me». Stracittadina nella quale il capitano non va a segno da una vita: era il 23 ottobre del 2005 e la moglie Ilary aspettava il suo primo figlio: Cristian. «Sì, ma non ne ho giocati due perché ero infortunato». E anche qui Totti si prepara a confezionare l'ennesimo record: nelle stracittadine ha realizzato tre gol in meno di Da Costa e Delvecchio. «Se giocherò altri 4 o 5 anni, avrò la possibilità di farcela». A Roma è diventato «er più» in tutto: presenze, gol. Insomma un pezzo della storia giallorossa che cammina e continuerà a farlo con la maglia della Roma anche se non ha in mente un futuro da presidente come qualcuno aveva immaginato. «No, no - si appresta a precisare - il presidente no. Mi piacerebbe il ruolo di direttore sportivo, ma già restare in questa società è un grosso piacere». E calandosi in quello che potrebbe essere il suo ruolo futuro, scherza sulla panchina giallorossa per il post-Spalletti prendendo al balzo le dichiarazioni di Ancelotti che ha detto di voler tornare a Roma. «Lo spero per lui e me lo auguro anche io. Ma noi abbiamo un grande mister che ha fatto e sta facendo grande la Roma e spero che resti il più lungo possibile con noi. Poi a fine carriera, però, mi piacerebbe essere allenato da Ancelotti». Chiusura su Berlusconi che ha augurato ai romani e non ai «romanisti» di arrivare in finale di Champions. «Più che ai romani, ai romanisti, visto che siamo l'unica squadra ancora in corsa».

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