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Roddick: «no» a Pechino, meglio l'Atp

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Alcune considerazioni a margine di questa notizia. Si conferma che, se avesse voluto davvero proteggere il torneo olimpico, la Federazione Internazionale non avrebbe dovuto autorizzare che in calendario, contemporaneo a quello di Pechino, ci fosse un torneo dotato di mezzo milione di dollari. Poiché le Olimpiadi ci sono ogni quattro anni, ogni volta si pone il problema di far posto alla prova olimpica in un calendario ormai consolidato e molto fitto. In linea teorica la prossima estate i tennisti più forti dovrebbero giocare dal 21 al 27 luglio l'Open del Canada a Toronto, dal 28 luglio al 3 agosto il Masters Series di Cincinnati, partire per Pechino e tornare negli Stati Uniti in tempo per giocare l'Open degli Stati Uniti, che comincerà il 25 agosto. Ai tennisti le Olimpiadi piacciono perché sono diverse dai tornei del circuito e perché li diverte l'idea di partecipare alla sfilata durante la Cerimonia d'apertura. La verità è che il tennis c'entra poco con i Giochi, dai quali è rimasto escluso dal 1924 fino al 1988. Non c'è un tennista che preferirebbe vincere la medaglia d'oro alle Olimpiadi piuttosto che un torneo del Grande Slam. Agassi e Kafelnikov sono gli unici vincitori olimpici che hanno vinto in carriera un torneo dello Slam. Può darsi che l'inserimento nel programma olimpico abbia fatto comodo a qualche federazione (quella italiana riceve addirittura un contributo per la preparazione Olimpica!) ma non giova al tennis recitare un ruolo di secondo piano.

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