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Il successo

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non scaccia i dubbi

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Un rigore sul filo dei centimetri, raddoppio su calcio piazzato, però protagonista assoluto Julio Cesar, parate di qualità con qualche miracolo di mezzo, con gli inglesi ci vorrà ben diverso spessore per tentare un'impresa problematica. Nota lieta il ritorno di Ibra, come sempre capace di regalare autentiche delizie, passi avanti di Vieira, Stamkovic ancora latitante. Dunque ancora obblighi di centri pieni a seguire per una Roma che avrà, nel giro di dieci giorni, il feroce Napoli che ha sbranato l'Inter, poi il Milan libero da assilli europei, infine il derby. Non vi sono sbornie da smaltire, Spalletti ha trasmesso ragione e serenità dopo il trionfo madrileno. Un minimo di turnover, anche per indisponibilità recenti, forse insieme De Rossi, Pizarrro e Aquilani, sarà quest'ultimo il trequartista, probabile conferma di Vucinic accanto a Totti, presenza numero cinquecento, ci vorrà un'altra impennata. Non è dei più preziosi, il quadro di questa giornata, appena due le classiche in programma, quella del San Paolo e quella di Marassi dove la Juventus tenterà di invertire la poco felice tendenza recente. Lecito domandarsi come mai il turno precedente fosse arricchito da ben cinque classiche e dunque da scontri di ben altro spessore, quando la metà settimana proponeva a tre delle nostre squadre più quotate impegni europei tremendi, compreso quello della Fiorentina in Uefa contro un Everton in stato di grazia. Con vivissimi complimenti a chi ha suggerito al computer, fedele esecutore, una così balorda gestione del calendario nazionale. La logica avrebbe dovuto suggerire toni più morbidi almeno nell'imminenza della Champions, dunque prima e non dopo gli oneri imposti dall'Europa. Scusate se ho ipotizzato una logica nelle decisioni del Palazzo: lo stesso che sta brillando per tempistica allucinante prima nel deferimento di Totti e poi, caso ancora più grave, nella sgradevole vicenda con protagonisti il Cagliari e Pasquale Foggia, Marchini unica vittima in attesa di giustizia.

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