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Il tempismo da record del Palazzo

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Impossibile non collegare la «legnata» arrivata dal Palazzo del calcio, direttamente sui dentoni giallorossi impegnati nell'inevitabile sorriso dopo esser tornati in corsa per lo scudetto, ai timori di un'Inter uscita a pezzi dalle ultime tre giornate di campionato (2 punti). «Voi siete come la Juve» urlavano i mille romanisti assiepati sugli spalti di San Siro durante uno scontro diretto che ha mostrato, almeno sul campo, quali siano al momento i valori reali: consegnando ai tabellini un pareggio quantomeno «strano». Ecco, il problema semmai sembra essere proprio questo: la Roma è tornata a far paura e immediatamente, come nei tempi andati, il vento ha inziato di nuovo a soffiar «contro». Complimenti per la tempistica, verrebbe da dire, perchè deferire il giocatore chiave di una squadra alla vigilia della partita che può decidere una stagione, non è esattamente come offrire un caffè in Campidoglio. Ma 'sto benedetto Procuratore Federale non avrebbe potuto aspettare almeno giovedì mattina per immolarsi alla causa «nazionale»? Che abbia ricevuto qualche telefonata? Ovviamente no, ma anche qui il dubbio è lecito, nonostante gli ottimi rapporti di Rosella Sensi con la stanza dei comandi. Eppoi, quali sarebbero queste dichiarazioni in grado di «ledere reputazione, prestigio e credibilità degli organismi operanti...». Come se per mostrare il reale valore (?) dei nostri fischietti, la loro imparzialità (?), l'indipendneza psicologica, servisse il parere di Totti e la gente non avesse occhi per vedere e testa per decidere. Se c'è una cosa certa che mette tutti d'accordo e proprio questa: la pochezza di una classe arbitrale ormai alla deriva alla quale nemmeno la «cura-Collina» è riuscita a salvare la faccia.

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