Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Tyson-Holyfield: atto terzo

Tyson-Holyfield

  • a
  • a
  • a

Losono molto meno quando sento che un pugile, dopo avere abbandonato, ha intenzione di tornare sul ring Proprio perché conosco il pugilato e molti pugili capisco perfettamente perché situazioni di questo tipo si possono determinare. Spesso un pugile lascia dopo una sconfitta, spesso sta male fisicamente e moralmente, poi però il tempo passa e le ferite, di ogni tipo, guariscono o si dimenticano. Ecco che allora può tornare, per molte ragioni, la voglia di tornare a battersi. Queste ragioni possono essere semplicemente alimentate dall'orgoglio, dal desiderio della ribalta ma qualche volta - purtroppo - da motivi di ordine economico. Anche i pugili che hanno guadagnato molto possono trovarsi in questa sgradevole situazione. Evidentemente è questa la motivazione peggiore perché non ti consente di valutare nella giusta misura e con la necessaria serenità i pro ed i contro di una decisione che quasi sempre è sbagliata. La lunga premessa mi sembrava necessaria per spiegare come anche in questa occasione io sia decisamente contrario ad un'ipotesi di questo tipo, anzi al momento spero che si tratti soltanto di un'ipotesi o, al massimo, di un tentativo di esplorare quali possibilità economiche ci siano sul mercato. Bisogna tenere presente che Holyfield, che pure ha 45 anni, ha sostenuto il suo ultimo incontro il 13 ottobre scorso perdendo a Mosca nettamente ai punti contro Sultan Ibragimov, il quale è stato a sua volta sconfitto, altrettanto nettamente, da Wladimir Klitschko pochi giorni fa. A sua volta Tyson, che ha quattro anni di meno (compirà 42 anni il prossimo 30 giugno) non combatte dall'11 giugno del 2005 quando ha subito la sua seconda sconfitta consecutiva per k.o. di fronte al mediocre Kevin McBride. Francamente non so quale curiosità potrebbe sollevare un incontro del genere. Io ho assistito, commentandoli per Sky, ai due confronti tra i due pugili entrambi vinti da Holyfield per k.o. all'11a ripresa nel 1996 e per squalifica alla 3a ripresa nel 1997. Quelle due sconfitte hanno ridimensionato il valore di Tyson che aveva impressionato tutti, me compreso, per l'aggressività con al quale aveva affrontato ed abbattuto i suoi primi avversari. La sconfitta con Douglas a Tokyo si poteva considerare un incidente, quelle con Holyfield sono sembrate la logica conseguenza di quello che poteva accadere se Tyson si fosse trovato di fronte avversari che non fossero terrorizzati e che tenessero gli occhi aperti. L'impressione è che i due pugili o chi li consiglia si possano fare delle illusioni sul denaro che un terzo confronto potrebbe produrre. Personalmente ricordo la tristezza che mi ha provocato la terza sfida tra Roberto Duran e Ray Sugar Leonard, che pure erano molto meno anziani di quanto non siano oggi Holyfield e Tyson. Il primo incontro tra Duran e Leonard, svoltosi nel 1980, è stato straordinario, il secondo (quello conclusosi con l'abbandono di Duran che pronunciò la famosa frase «no mas») meno affascinante, il terzo che si è disputato nel 1989, come ho detto, ha prodotto tristezza. Io mi auguro che Holyfield e soprattutto Tyson non abbiano bisogno di soldi ma soprattutto mi auguro che questa notizia, se è vera, appartenga alla categoria delle voci destinate a rimanere tali Nel 1998 sono stato ad Atlanta a casa di Holyfield, una casa enorme circondata da una tenuta che mi ha dato l'impressione di un grande benessere. So anche che alcuni divorzi gli siano costati molto. Su Tyson ho notizie meno certe e meno tranquillizzanti ma se questo incontro si farà , chiunque lo vinca, sarà una brutta sconfitta per il pugilato.

Dai blog