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Buon compleanno Signori, re dei bomber laziali

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A Roma, con la maglia biancoceleste, ha scritto la storia in poco più di cinque anni: 107 gol in campionato, 17 in coppa Italia, 3 in coppa Uefa. Due titoli di capocannoniere vinti, lasciandosi alle spalle un certo Marco Van Basten, miglior attaccante di tutti i tempi. Le responsabilità nel dover sostituire l'uruguaiano Ruben Sosa segnarono gli inizi della sua esperienza romana, dopo gli esordi con il Foggia nella favola di Zemanlandia. Fu in grado di rapire il cuore dei tifosi laziali in un istante: dopo dieci giornate di campionato aveva segnato undici gol! L'attaccante mette le ali alla Lazio che da pochi mesi ha un nuovo presidente: al termine della stagione la squadra torna in Europa dopo 16 anni. In poco tempo diventa la bandiera, il simbolo, il capitano. Si conferma re dei bomber per il secondo anno consecutivo, parte per il mondiale americano ma si rifiuta di giocare la finalissima contro il Brasile nel ruolo di centrocampista esterno: resterà uno dei più grandi rimpianti della sua carriera. Ormai è un leader indiscusso, e quando dopo tre stagioni Cragnotti decide di cedere alla proposta indecente del presidente del Parma - 25 miliardi di vecchie lire! - la Roma biancoceleste scende in piazza. Oltre cinquemila persone circondano la sede della Lazio: l'affare sfuma. I tifosi della Lazio lo incoronano sotto la curva Nord, il matrimonio sembra ormai inscindibile ma dietro l'angolo - insieme ai trionfi di Eriksson - arriva il divorzio che si consuma in una fredda notte d'autunno. La Lazio gioca a Vienna, il capitano è in panchina e continua a riscaldarsi a bordo campo. I biancocelesti restano in dieci, l'attaccante resta a guardare. Al rientro negli spogliatoi la rottura è inevitabile: nello stanzone volano le bottiglie. Va alla Sampdoria, poi al Bologna dove vive una seconda giovinezza. Con gli emiliani segna al 67 gol prima di salutare tutti e vivere due esperienze - senza fortuna - in Ungheria e Grecia. Piola, Giordano, Chinaglia, Vieri, Salas, Boksic: sono tanti gli attaccanti nel Ghota biancoceleste, ma solo uno porta ancora la corona in testa perchè più di ogni altro ha saputo far gol nel cuore dei tifosi. E segna sempre lui.... si chiama Beppe Signori. Auguri!

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