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Le esigenze televisive spalmano il campionato Derby di Roma alle 21.15

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Ossia, chi paga... Giusto? Forse. Ma adesso si è andati oltre: derby della capitale, in programma il prossimo 19 marzo alle ore 21.15. Lo ha stabilito la Lega, prendendo ad esempio il «modello spagnolo» e fregandosene di quello che vorrà dire per la gente una stracittadina a notte fonda. La nuova parola d'ordine è: spalmare. Che siano debiti di bilancio, ingaggi milionari o orari di partite cambia poco. Così, dopo l'anticipo all'inglese, il Parma-Juve alle 13 del 9 gennaio 2000, ecco il derby romano in orario spagnolo: tre quarti d'ora dopo il via delle altre partite della decima giornata di ritorno (per altro turno infrasettimanale con combacia con la festa del papà). E non è l'unica decisione persa dalla Lega che «spalma» anche gli anticipi della prossima giornata: Inter-Livorno alle 16, Parma-Milan resta alle 18, prima del terzo anticipo alle ore 20.30 tra Juve e Roma. E conta poco se il Livorno si ritroverà a giocare due incontri a distanza di meno di 72 ore: oggi alle 20.30 il recupero col Milan e poi appunto l'Inter sabato. Perché tutto questo? La Lega dice di farlo per il «bene» del calcio, per aumentare la visibilità degli eventi e quindi valorizzare ancor di più i diritti tv (strano eh!?): una sorta di esperimento che prende però poco in considerazione le esigenze di chi deve andare allo stadio, di chi magari porta un bimbo a vedere una partita o magari deve attraversare la città per andare all'Olimpico. E la «notturna» porrà poi qualche interrogativo (ma qui evidentemente la cosa conta poco) in più all'Osservatorio del Viminale: l'Olimpico di sera è difficilmente controllabile da parte delle forze dell'ordine: slitta tutto, compreso l'impegno di Polizia e Carabinier. Ma va bene tutto, per il «soldo» si può fare questo e di più. Intanto il Calcio rimedia un altro calcio negli stinchi... E che dolore!

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