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«La mia Italia senza complessi»

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Il ct azzurro si avvicina all'esordio nell'RBS Sei Nazioni 2008 col piglio del leader, lo stesso che ha mostrato nella presentazione del torneo ospitata nella sala della Protomoteca del Comune di Roma. Il sindaco Veltroni e il ministro uscente Melandri hanno salutato Dondi e l'Italrugby che cominceranno sabato 2 febbraio a Dublino contro l'Irlanda (ore 15, diretta tv su La7) la nona avventura azzurra nel torneo più antico del mondo. L'Italia è ormai stabilmente nella storia e nella tradizione di una competizione il cui fascino supera i confini europei per invadere l'universo ovale. Misura del successo straripante del rugby italiano la presenza massiccia dei mezzi di comunicazione e l'intervento di sponsor sempre più entusiasti di investire su un'immagine che nemmeno l'esito negativo della World Cup ha oscurato. Ma non basta. La gestione diretta del Flaminio alla Federazione, il lancio del Peroni Village che consentirà di vedere su maxi-schermo tutte le partite del torneo e di vivere un interminabile «Terzo Tempo», vera anima di questa disciplina. Sono tutti segnali della fame di rugby degli italiani, capaci di «bruciare» i biglietti di un Flaminio sempre più piccolo, nonostante l'ampliamento a 30.000 posti. La squadra, intanto, non potrà che giovarsi dell'entusiasmo generale. Servirà a lenire le ferite di una World Cup che potrebbe aver lasciato qualche strascico nel gruppo. Ma la nomina del nuovo capitano di Sergio Parisse, il predestinato, sembra un bel segnale. Così come la convocazione di facce nuove, leggi Reato e Sgarbi, facce di giovani italiani. Mallett ha dichiarato che vuole far crescere i giovani puntando alla World Cup 2011 e si sta muovendo con coerenza. Anche le sue dichiarazioni in favore dell'istituzione di un paio di Selezioni formate dai giocatori di interesse nazionale da far crescere giocando le coppe europee fanno ben sperare. Ma questo è futuro. Ora c'è un Sei Nazioni da giocare e un presente tutto da gestire. Mallett non si è tirato indietro. La maglia n.10 sulle forti spalle di Andrea Masi, razza aquilana e una passione per il placcaggio, indicano una via a tutto il movimento. «Basta con i complessi di inferiorità - ha chiosato il ct - giocheremo ogni partita per vincerla». Avanti così, adesso c'è un popolo dietro gli Azzurri.

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