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Una donna alla conquista della Dakar

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Un tracciato che si sviluppa lungo le piste del continente nero attraverso il deserto del Sahara ed è impegnativo come nessun altro: una corsa massacrante sotto ogni punto di vista, spesso pericolosa per gli stessi partecipanti. Una sfida per uomini veri, insomma. O forse non proprio. Al prossimo start infatti, sarà presente tra i piloti su due ruote la prima donna italiana della storia ad iscriversi alla manifestazione. Silvia Giannetti, trentacinque anni, una passione relativamente recente per il motociclismo off road. Innamoratasi di colori, odori e suggestioni offerti dalle dune sabbiose durante una vacanza egiziana circa dieci anni fa, Silvia ha deciso di cambiare la sua moto da pista per gettarsi a capofitto nel mondo dell'enduro, con risultati entusiasmanti. La sua ultima fatica è stata la partecipazione a quella che viene solitamente indicata come la corsa più dura dopo la Dakar stessa, il Rally dei Faraoni: unica donna in gara, ha raggiunto un ottimo venticinquesimo piazzamento. La ragazza dalle origini maremmane affronterà le insidie africane in sella ad una Ktm 525 privata, sponsorizzata da alcuni imprenditori toscani. A garantire sulle sue qualità, il giudizio di chi in questo mondo l'ha lanciata: un campione del calibro di Fabrizio Meoni, che la Dakar l'ha corsa più di dieci volte vincendone due edizioni (2001-02), e che durante una tappa della gara ha perso la vita nel 2005. Con un maestro così, difficile pronosticare meno di una grande prestazione. L'attesa per la gara è tormentata da vicende extra-sportive: gli organizzatori hanno manifestato la loro preoccupazione in seguito all'aggressione che ha causato la morte di quattro turisti francesi in Mauritania lo scorso lunedì, e temono che possano esserci ripercussioni sull'evento. Già lo scorso anno, in seguito a minacce terroristiche, furono cancellate due tappe in Mauritania e nel Mali.

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