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I giallorossi tengono vivo il campionato

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L'ha salvata Doni, poi il capitano ha in pratica fischiato la fine, tanti auguri e per ora meno quattro, in attesa della risposta di una capolista finora irresistibile. Si va verso il letargo invernale, che grazie alla Roma non si è trasformato in fase preagonica, con un pomeriggio illuminato dal derby milanese, una delle quattro classiche della giornata, insieme con l'anticipo romano e le sfide tra Napoli e Torino al San Paolo e tra Fiorentina e Cagliari al Franchi. Quest'ultimo confronto fra squadre scudettate è anche il solo segnato da un profondo squilibrio tra le rispettive posizioni di classifica, il precario momento dei sardi accentuato dalla ridicola situazione creata da Cellino in prima persona, ma anche dalla vicenda Foggia-Marchini, dalla precettazione del dimissionario Sonetti e dallo sdegnoso no di Giampaolo, il solo a essere uscito a testa alta da una trama romanzesca senza un solo cenno di gloria. Riflettori logicamente puntati sul Meazza nerazzurro, il Milan chiamato nello stesso tempo a ridare un senso al campionato, il proprio e quello degli altri, e a difendere il suo prestigio di padrone dell'Europa e del Mondo. Ad accendere i toni di una sfida per altro tradizionalmente sempre accesa contribuiscono anche i toni polemici di chi dà il via alle fanfare per celebrare la sua supremazia in campo nazionale e di chi, sull'altro fronte, ritiene che la gloria conquistata lontano dai confini italiani valga molto di più. Sicuramente non sarà un confronto di quelli, morbidi anche se non del tutto sveleniti, che la differenza di punti in graduatoria potrebbe teoricamente proporre.

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