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Rino Tommasi Alla fine tutto è ...

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Ieri è bastato il primo incontro a chiarire tutti i dubbi. Infatti Nikolay Davydenko ha battuto in due set Fernando Gonzalez, che aveva riservato il suo miglior tennis per la sfida con Federer ma non è più riuscito a ripetersi sugli stessi livelli. Questo risultato ha garantito a Federer, prima ancora dell'inizio del suo incontro con Roddick, la qualificazione perché il campione svizzero avrebbe comunque avuto un record migliore di Gonzalez e di Davydenko in caso di parità con un bilancio di una vittoria e due sconfitte. Rimaneva comunque in sospeso la questione del primo posto nel girone e, di conseguenza, la possibilità di altro accoppiamento nelle semifinali odierne. Per essere chiari Federer aveva di fronte questa opportunità: battere Roddick, classificarsi al primo posto nel girone ed avere come avversario in semifinale Nadal, oppure perdere contro Roddick ed avere in semifinale Ferrer. Questa situazione conferma una volta il difetto della formula perché un giocatore non dovrebbe mai essere messo in una situazione come questa. Nel 1980, al Madison Square Garden di New York, Ivan Lendl dovendo affrontare nell'ultimo incontro del girone Jimmy Connors sapeva che vincendo avrebbe incontrato in semifinale Borg mentre perdendo avrebbe trovato Gene Mayer. Perse senza lottare, fu insultato da Connors, sconfisse Mayer prima di cedere in finale a Borg guadagnando nel cambio 20 mila dollari. Sono certo che nessuno di questi pensieri ha attraversato la mente di Federer che ha liquidato Roddick in due rapidi set (62 minuti) ed oggi avrà in regalo Nadal contro il quale conta 5 vittorie e 8 sconfitte mentre sarebbe stato più conveniente per lui affrontare Ferrer, sconfitto sette volte su sette incontri. L'onestà di Federer ha prevalso sui difetti della formula, meglio così.

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