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Spalletti «avverte» i suoi

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Dauna parte la Roma seconda in classifica che prova a restere incollata all'Inter capolista, dall'altra una Lazio con i cerotti che prova a vincere la sfida della Capitale per rimettersi in piedi e tornare a pensare in grande. Spalletti suona l'allarme a Trigoria, tiene a raccolta i suoi e li avverte dei rischi (moltissimi) che il derby di questa sera (129° di campionato) nasconde alla Roma. E la preoccupazione del tecnico giallorosso, non è tanto per l'assenza di capitan Totti, che comunque è pesante come nessun'altra, ma per il rischio di sottovalutare gli avversari celato dai quegli otto punti di differenza in classifica, dal momento «no» biancoceleste e dal vento che soffia in poppa alla Roma. Ma il detto «popolare» fa giurispudenza: la squadra peggio messa alla vigilia e che ha meno da perdere alla fine sia proprio la favorita nel derby della Capitale. Spalletti di cabala e robe di calcio se ne intende ed è stato quindi chiaro con la Roma ieri a Trigoria in ritiro «spontaneo». «In settimana - attacca il tecnico giallorosso - ho letto che noi stiamo molto bene e loro molto male, bisogna far capire ai giocatori che in questo modo loro potrebbero avere uno stimolo in più e noi ci potremmo "ammorbidire" (citava Delio Rossi?). È una partita che può dare un vantaggio alla squadra che sta peggio perché può mettere a posto molte cose se va bene. La Lazio adesso sta attraversando un momento difficile, ma anche l'anno scorso aveva gli stessi punti e secondo non sta giocando un cattivo calcio. Ma io la vedo una squadra molto tosta, soprattutto sotto l'aspetto della disponibilità fisica e mentale, una squadra molto scorbutica». Insomma Spalletti non crede alla crisi biancoceleste e chiede attenzione. A Vucinic invece, chiamato a sostituire «tale» Totti (che seguirà la gara in tribuna), chiede invece di fare il tris dopo Sporting e Milan. «Francesco è capace di darti l'imprevedibilità che ti può ribaltare una partita, pochi come lui sanno dare sviluppi alle situazioni che nessuno si aspetta, ma noi abbiamo altri giocatori di personalità. Vucinic però non è un'arma in più. Mirko ha fatto vedere di cosa è capace, ma la nostra arma in più è la squadra. Ha segnato due gol bellissimi, uno partendo da centravanti come tutti lo volevano e uno partendo da sinistra come ha giocato più spesso». E stasera servirà una squadra in grado di saper mettere sul campo anche qualcosa di più della semplice qualità calcistica: perché il derby è una cosa a parte, annulla le reali differenze tra le squadre e ha poco a vedere col calcio «normale». «In una partita come questa - spiega Spalletti - non c'è nessuna differenza. Nessun giocatore assente penalizza la propria squadra perché è una gara che ti trasmette delle sensazioni particolari e si parte sempre alla pari». Sensazioni uniche anche il pubblico che Spalletti tiene a sotolineare: lui la vede così. «È una partita che vivo in maniera diversa proprio per come la vivono i nostri tifosi. E questo si sente, nonostante valga sempre tre punti, come le altre. Visto che il nostro ambiente è importante è altrettanto importante vincere. Le mie maggiori felicità sono quelle di veder gioire i nostri tifosi». E stasera il tecnico va a caccia di un altro dolcetto... altro che scherzetto!

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