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Una poltrona per tre fino all'ultima curva

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Anche in Brasile le Ferrari di Massa e Raikkonen e le McLaren di Hamilton e Alonso prenderanno il via a poche decine di centimetri l'una dall'altra, racchiuse nei cinquanta metri quadrati di asfalto all'interno dei quali sono disegnate le prime quattro caselle della griglia di partenza. Davanti a tutti, per la sesta volta, ci sarà Felipe Massa, che ha mandato in delirio il pubblico di casa con un giro da pole position favorito dal poco carburante imbarcato. Paradossalmente, però, Massa è l'unico dei quattro a non poter più aspirare al titolo. La vera lotta si svolgerà alle sue spalle, e in questa lotta a tre Lewis Hamilton, secondo, sembra aver già preso un bel vantaggio. Se riuscirà a conservare la posizione iniziale egli sarà campione indipendentemente da quanto faranno Alonso e Raikkonen. Lo spagnolo ha invece bisogno non soltanto di piazzarsi primo, ma anche che il compagno di squadra arrivi almeno terzo. Oltre a vincere, invece, il finlandese della Ferrari dovrebbe vedere Alonso non far meglio del terzo posto e Hamilton addirittura del sesto. Insomma, le qualifiche di ieri hanno confermato che Hamilton non solo gestisce bene la pressione che sicuramente grava sulle sue spalle di primo esordiente della storia a potersi laureare campione del mondo, ma hanno anche evidenziato i problemi che affliggono il più temibile dei suoi due rivali. Quale che ne sia la causa, per tutto il week-end Alonso ha faticato a tenere il passo degli altri, ed è ragionevole prevedere che stenterà anche in gara, visto che il regolamento gli impedisce di modificare l'assetto prima del via. Non credo che la McLaren lo stia danneggiando per favorire il cocco di casa Hamilton, e non soltanto perché la FIA ha messo nei box della scuderia anglo-tedesca un commissario «anti-boicottaggio». Direi piuttosto che l'asfalto nuovo della pista di Interlagos, liscio e granuloso, provoca un certo sovrasterzo e che Alonso non sa a venire a capo del problema. Resta Raikkonen. Che però, oltre a 7 punti di distacco, ha l'handicap di partire dietro Hamilton. Vista pure l'inconsistenza delle altre scuderie, perché si verifichi il ribaltone la Ferrari deve dunque sognare che accada una delle queste due cose. Uno (indice di probabilità basso, ma non bassissimo): i 61 gradi celsius dell'asfalto arroventato dal sole brasiliano, la maggior usura di gomme delle McLaren rispetto alle F2007, e lo stile di guida dell'inglese appiedano Hamilton via dechappamento-bis. Due (indice di probabilità pressocché inesistente): Alonso perde definitivamente la trebisonda e alla prima curva tampona l'odiato rivale, in puro stile «muoia Sansone con tutti i filistei». Ecco, se succedesse una di queste due cose la Ferrari non avrebbe neppure bisogno di trovare il sistema di far superare Massa da Kimi senza rischiare punizioni...

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