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Quarta sfida stagionale

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Spalletti e Ancelotti non possono snobbarla

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Perché si può anche ribadire in tutte le lingue che uno scontro tra Roma e Milan riveste da sempre un fascino particolare, ma resta la realtà legata agli impegni di Champions che nella prossima settimana vedranno coinvolte le sole due italiane superstiti, dopo la resa scontata del Chievo e quella inattesa dell'Inter, dominatrice soltanto all'interno dei confini nazionali. In termini più immediati, con gli allenatori impegnati comunque ad allontanare dai loro pupilli i pensieri dell'Europa, le maggiori motivazioni dovrebbe teoricamente averle proprio il Milan: che non soltanto sarà intenzionato a riscattare la bruciante sberla dell'andata a San Siro, ma nei confronti dei rivali ha minori garanzie in relazione al traguardo della prossima Champions. Incontestabile che anche la Roma debba cominciare a guardarsi le spalle nella difesa di quel fondamentale secondo posto: perché, a parte le ritrovate ambizioni dei rivali di stasera, non si sentono tagliati fuori il Palermo, che prima o dopo dovrà tornare ad esprimersi ai migliori livelli, e soprattutto la Lazio, firmataria di una striscia esaltante e allettata dall'eventualità di un prestigioso aggancio ai cugini. Con posizioni di classifica più delineate rispetto a quelle attuali, probabilmente ci saremmo dovuti rassegnare ad assistere a una sorta di allenamento agonistico, senza la minima volontà di farsi male e soprattutto con la comune vocazione a misurare le energie in vista degli appuntamenti di metà settimana. Ma naturalmente, se Ancelotti pretenderà dai suoi un convinto impegno per assicurarsi punti forse decisivi nella volata conclusiva del campionato, la tradizione e la storia impongono alla Roma di non adeguarsi al ruolo di comprimaria. E del resto Spalletti ha tenuto a sottolineare come i giorni dell'avvicinamento alla sfida abbia deciso di dedicarli proprio al confronto di campionato, da privilegiare a qualsiasi calcolo riguardante la visita del Manchester United all'Olimpico. L'aspetto più suggestivo della gara è rappresentato senza dubbio dalla prospettiva di un duello che potrebbe riproporsi a più ambizioso livello, se il Milan riuscisse a domare un Bayern Monaco orgoglioso ma spelacchiato e la Roma dovesse ripetere, ai danni della capolista della Premier League, il miracolo della doppia sfida con il Lione, probabilmente tradito dalle sue stesse certezze, non così fondate. E così l'Olimpico si vedrebbe servito un allettante antipasto di una possibile semifinale di Champions League tra due squadre italiane, eventualità che il tabellone disegnato dal sorteggio rende possibile, una semifinale che regalerebbe comunque all'Italia l'atto conclusivo di Atene. Entrambi i tecnici hanno qualche problema di formazione, ed è noto come le piccole emergenze di casa romanista abbiano un più consistente peso specifico, per le minori disponibilità dell'organico rispetto a un Milan finora bersagliato crudelmente dagli infortuni, ma dotato di seconde linee che tali sono esclusivamente per le occasionali scelte dell'allenatore. Un brutto colpo lo stop di Tonetto, titolare di un ruolo che non presenta alternative reali, salvo l'ennesimo appello allo spirito di gruppo di Panucci o Cassetti. Possibile un turno di riposo per Simone Perrotta, che ha stoicamente respinto la tentazione di arrendersi agli acciacchi, forse ci sarà spazio oltre che per Wilhelmsson, tornato incavolato nero dalla trasferta della sua Svezia, anche per Tavano, che dovrà pur crescere di tono. Nel Milan, che ritrova Nesta, turnover ipotizzato per i nazionali Oddo e Gattuso, forse per Jankulowski, ma ci saranno Kakà e Ronaldo, quanto basta per indurre i romanisti a evitare distrazioni.

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