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Studiamoci l'antenna

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La maggior parte sono di radio, tv private e locali. I ripetitori sono posizionati così vicini ai centri abitati, se non addirittura attaccati, solo per comodità: i gestori ovviamente tendono a preferire le soluzioni meno costose. Il timore è che l'elettrosmog, generato da questi impianti, causi disturbi alla salute delle persone che vivono o stazionano nelle vicinanze degli stessi. Da dati ottenuti da Cittadinanzattiva, risultano casi di malati di "elettrosmog"; il primo colpito in Italia, Giuseppe Carletti, un cinquantasettenne di Cremona, a causa dell'installazione di antenne a pochi passi dalla sua abitazione, accusava mal di testa, fitte sopraccigliari, abbondanti lacrimazioni. Daniela Dussin, coordinatrice del Conacem (Coordinamento nazionale per la tutela dai campi elettromagnetici), ha raccolto una documentazione di certificati medici di persone che lamentano disturbi vivendo in prossimità di antenne. Che cos'è l'elettrosmog? Ogni corpo caricato elettricamente, produce nello spazio circostante la sua influenza. Vi sono campi naturali, cioè esistenti in natura e campi artificiali, prodotti dall' ingegno dell'uomo (tv, computer, forni a microonde). Fino a quando la certezza assoluta dell'innocuità di tali impianti non sarà provata, gli stessi dovranno essere installati solo a distanza di tutta sicurezza da ogni abitazione o posto di lavoro privato o pubblico. Ciò va nella direzione del "principio cautelativo" sancito dall'Onu, secondo il quale non si deve attendere che la scienza dimostri gli effetti nocivi dell'esposizione ad agenti sospetti, per stabilire limiti di assoluta sicurezza per l'essere umano; anche se il rischio è soltanto ipotetico.

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