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L'Italia ci crede «Adesso possiamo arrivare terzi»

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Nel ritiro degli azzurri cresce l'attesa per la sfida di sabato prossimo contro il Galles (Flaminio esaurito) che potrebbe portare gli azzurri, in caso di vittoria, verso un risultato storico: ottenere due successi in un'edizione del Sei Nazioni. Come gli altri, anche i due argentini di Azzurra, Sergio Parisse e Santiago Dellapè (c'è anche Carlos Nieto), ci credono davvero: battere il Galles si può e si deve, come insegnano il pareggio dello scorso anno a Cardiff (18-18) e la vittoria ottenuta proprio a Roma nel 2003 (30-22), per poi sognare di entrare tra le prime 3 del torneo. Guai però a chiedere ai due azzurri se si sentono più argentini o italiani: «Mi sento italiano al cento per cento — spiega Dellapè, 29 anni, punto di forza della mischia azzurra — Camoranesi non canta l'inno? Fatti suoi. Posso solo dire che cantare l'inno di Mameli mi dà una carica incredibile. L'Italia mi ha dato tutto, questa squadra è la mia famiglia. Al Mondiale di calcio ho fatto prima il tifo per l'Argentina, ma dopo l'eliminazione con la Germania ho tifato solo per gli azzurri». Il Galles, dopo la vittoria nel «Sei Nazioni» del 2005, è in forte calo e si presenta a Roma con le tre sconfitte subite da Irlanda, Scozia e Francia, ma nessuno tra gli azzurri sottovaluta l'avversario: «Sarà durissima, terribile — ammette Dellapè — soffriamo molto contro di loro, come la Francia hanno un gioco imprevedibile, meno fisico delle altre squadre anglosassoni ma più fantasioso. Dovremo essere freddi, lucidi e molto aggressivi per sfruttare questa occasione davvero unica».

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