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Crack Karbon, stagione finitaFrattura al malleolo per l'azzurra bronzo nel gigante ai mondiali di Aare

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Giovedì, durante un allenamento in Val di Fassa, Denise Karbon è caduta riportando la frattura del malleolo peroneale della gamba destra. Per l'azzurra, fresca medaglia di bronzo ai recenti Mondiali di sci di Aare, la stagione è evidentemente chiusa. La Karbon pare davvero abbonata alla malasorte. Fortunatamente per lei, in mezzo a tanti guai ha anche avuto tempo e modo di vincere due medaglie iridate: l'ultima il 13 febbraio scorso, la prima (d'argento) a Saint Moritz 2003. Piccola che più piccola non si può (160 cm per 59 kg), con un sorriso largo così, venti giorni fa ha saputo vincere la medaglia di bronzo nel gigante di Aare. Ci si sperava alla vigilia, in lei come in Karen Putzer: dopo la prima manche, però, pareva che i sogni fossero finiti nel cassetto e che nessuno li avrebbe più potuti tirare fuori. Davanti a tutte c'era la statunitense Julia Mancuso e le nostre erano indietro, troppo indietro: nona la Moelgg, dodicesima la Karbon staccata di quasi un secondo. Poi, nell'intervallo che separa la prima dalla seconda prova, la metamorfosi: «Mi sono detta "vai e divertiti", non ho più pensato a nulla e il risultato è arrivato». Facile a dirsi, difficile a farsi: sorrisino da piccola iena al cancelletto di partenza, terzo gradino del podio assicurato e fiato alle trombe in onore della 26enne nata a Bressanone, ma residente a Castelrotto. Una che, come detto, ne ha passate tante e ancora di più, avendo cominciato a farsi male nel 1993, a 13 anni, quando si ruppe i legamenti del ginocchio sinistro e poi il femore. Quindi nel 1998 toccò ai legamenti del ginocchio destro, nel 2002 si fratturò il radio del braccio destro e infine, nel 2004, di nuovo i legamenti del ginocchio sinistro. Tutti infortuni che avrebbero potuto tarparle definitivamente le ali e farla desistere dal continuare la carriera: Denise però non si è mai arresa e, in mezzo a questi incidenti, ha infilato prestazioni superbe, tra cui la vittoria nel gigante dell'Alta Badia del 2003. Anche lei però, come l'altra azzurra Karen Putzer, ha dovuto rinunciare all'irripetibile occasione di fare un grande risultato ai Mondiali di Bormio e alle Olimpiadi di Torino 2006: giocavano in casa, ma le condizioni fisiche non erano le migliori e a questo livello non si può improvvisare nulla. Prima dei Mondiali svedesi, la rinascita era arrivata nell'ultimo gigante di Coppa del Mondo a Cortina d'Ampezzo, quando la Karbon si era arresa solo alla Putzer. Nei prossimi mesi sarà chiamata a un'ulteriore prova di carattere: in bocca al lupo, davvero.

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