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di FABRIZIO FABBRI TUTTA l'Europa in 5 maledetti secondi.

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68-66 per Malaga, ingiusto, terribilmente ingiusto per quello che una squadra monca per colpa di quella panchina colpevolmente corta, ha fatto vedere. Cuore e difesa, grinta e spirito di gruppo. Ma non è bastato. E così l'Eurolega s'allontana con la speranza unica di agguantare un miglior sesto posto, per cui bisognerà superare Zagabria di 8 e sperare nelle combinazioni degli altri gironi. Nessuna novità in quintetto con Repesa che ha visto la Virtus aprire le danze con una bene augurante tripla di Mire Chatman. Illusorio lo 0-3, perché il piano tattico offensivo ordinato da Scariolo è apparso ben chiaro vista costante ricerca del corpulento ex Daniel Santiago. Proprio i muscoli e i centimetri del centro portoricano hanno dato l'impressione che la partita si sarebbe potuta sbilanciare a favore di Malaga, che però sul vantaggio di 9-3 ha visto il proprio motore cominciare a battere in testa. Merito della difesa di Roma, reattiva, pronta a ruotare con precisione e scatenare quando possibile il contropiede o la transizione. Micidiale il parzialone di 1-11, complici cinque punti consecutivi di Bodiroga per mettere la freccia e superare i padroni di casa fino al 12-18. Ma quando in palio c'è il dentro o fuori le energie fisiche e mentali si moltiplicano. Così la squadra di Scariolo, inserito il metronomo Sanchez ha ricucito fino al 19-18 del 10'. L'inizio di seconda frazione è stato un delizioso assolo di Askrabic che con 7 personalissimi punti ha rispedito Roma avanti sul 19-25, mettendo in ambasce Santiago, incapace di seguirlo sulla linea da tre o contenerlo quando ha messo palla a terra. L'elastico tra le due squadre è proseguito e Tusek, ex anche lui, ha realizzato la tripla del 28-27. Ma la Virtus non ha mollato, trovando energia da Hawkins e sostanza difensiva in Garri e Tonolli, tanto da sprecare sulla sirena i due liberi, proprio con il falco di Washington, che l'avrebbero portata al riposo in vantaggio e che invece, falliti hanno consentito ai padroni di casa di chiudere sul 34-33. Anche la terza frazione è stato un continuo rincorrersi, dando esattamente l'impressione di ciò che poi nel minitempo decisivo sarebbe accaduto. Brava Roma a trovare risorse in ogni giocatore messo in campo tanto da non tremare per quel -7, 61-54 che ha aperto gli ultimi 10'. Ancora Askrabic dalla lunghissima ha suonato la carica e Bodiroga ha impattato sul 61-61. Ancora 66-61 per Malaga con Tusek e di nuovo la Virtus a contatto sul 66-66. Fino al pallone recuperato che ha dato ad Hawkins la possibilità del matchball. Che si è spento, anche per gambe troppo stanche, e ha lasciato spazio a Sanchez e Pietrus. Ed il sipario è calato, forse definitivamente, sull'Europa.

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