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Il presidente deve trovare un sostituto all'altezza

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Certo, l'appassionante telenovela si è conclusa all'improvviso, nottetempo, con piena soddisfazione del presidente Claudio Lotito dopo allontanamenti e avvicinamenti, presunte intese, strappi e rotture lancinanti che hanno fuorviato gli osservatori lasciando pronosticare l'impossibile conclusione d'un trasferimento cui l'interessato puntava da troppo tempo. E così nei vari snodi della vicenda il propulsore nato a Città Sant'Angelo, 14 giugno 1976, è diventato pure il campione del mondo della discordia, addirittura estromesso domenica scorsa dalla sfida al club dei suoi sogni quasi a sottolineare una situazione paradossale di non ritorno nel club dove ha impreziosito quattro stagioni con la conquista della coppa Italia-2004, 135 prestazioni di campionato e 17 gol, senza dimenticare 6 presenze in Champion's League e 11 in Uefa. Ricordi sparpagliati davanti ai quali molti tifosi diranno che precipitano sempre a velocità di record i simboli laziali, nonostante gli oltre 12 milioni di euro ottenuti complessivamente da Galliani, comprensivi dell'intera proprietà del cartellino di Foggia e della rinuncia di un milione, piano Baraldi, da parte del propulsore davvero indispensabile per rendere effervescente la corsia destra dentro una difesa un po' giurassica nei 116 anni complessivi di Maldini, Costacurta e Cafù. Non v'è dubbio che l'amputazione sottrae all'organico di Delio Rossi almeno un trenta per cento del proprio potenziale, con il pericolo di aggravare il mal d'attacco che affligge la squadra, proveniente da due pareggi consecutivi interni e da una sola vittoria negli ultimi cinque appuntamenti. Altrettanto intuibili le semplificazioni che il Milan troverà nell'inseguimento verso il quarto posto, mentre Delio Rossi dovrà fare di necessità virtù, insistendo su Behrami, che preferirebbe altri incarichi, o sperando nella compensazione tecnica entro il 31 gennaio, ammesso che arrivi Mesto, quotato dalla Reggina cinque milioni di euro. Claudio Lotito, ottimo gestore e abile nelle decisioni cruciali fino a oggi, non può avvilire i resti superstiti di una tifoseria smembrata e reinvestire buona parte di quanto percepito dovrebbe apparirgli doveroso, proprio per scongiurare nella fase discendente un calo significativo. Organizzata nei periodi degli 8 punti di penalizzazione per non presentare cedimenti nel contenimento, la Lazio presenta tre mediani, Ledesma, Mudingavy e Mutarelli, bravi nell'interdizione e poco propositivi. Il rigorista uscente (5 centri quest'anno) ampliava gli orizzonti e supportava in modo ineguagliabile Rocchi (7 reti), Pandev (4) e Makinwa, appena un gol. Ecco, nel puzzle della trattativa ogni tassello è andato a posto. Ora però occorre incrementare il patrimonio tecnico con Nelson o qualche mirato colpo alternativo e non badare esclusivamente ad ammortizzare in fretta lo sforzo effettuato per acquisire Jimenez. Presto sapremo, e auguriamoci che la cessione di Oddo non si trasformi in una vittoria di Pirro.

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