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di ALESSANDRO FUSCO TORNA la tradizione, torna il Sei Nazioni.

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La crisi dell'Inghilterra, i chiaroscuri della Francia del ct Laporte eternamente discusso in patria, la crescita prepotente dell'Irlanda, i problemi della Scozia e, soprattutto, del Galles livellano in partenza le prospettive delle partecipanti. L'Italia è alla sua ottava partecipazione e, dopo i progressi mostrati nella passata edizione e nei test di novembre, si presenta al banchetto europeo con un certo appetito. La federazione del presidente Dondi ha presentato l'evento, che avrà il suo match inaugurale il 3 febbraio allo stadio Flaminio, presso il Salone d'Onore del Coni, alla presenza del presidente Petrucci, di Gianni Rivera per il Comune di Roma e di Adriano Panatta in rappresentanza della Provincia. Nell'occasione è stato presentato alla stampa anche il nuovo sponsor di maglia che sostituisce la Jaguar che resta nel pool con una sponsorizzazione tecnica. Si tratta della Cariparma che legherà il suo nome per i prossimi tre anni anche ai prossimi test-match degli azzurri. L'accordo è stato raggiunto con la mediazione della società di sport marketing Sportive che ha seguito la trattiva nella persona di Diego Dominguez, mai troppo rimpianto mediano di apertura dell'Italia di Coste che trascinò il rugby azzurro nel Sei Nazioni grazie ai risultati: «Ho seguito la trattativa in prima persona - ha spiegato Diego - convinto come sono che la conclusione dimostri quanto l'importanza e la visibilità del rugby stiano crescendo rapidamente». Il ct azzurro Pierre Berbizier si è soffermato sugli aspetti tecnici del torneo: «Arriviamo a questo appuntamento con buona convinzione nei nostri mezzi, nonostante la situazione infortuni che, in certa misura, penalizza un poco il lavoro di allargamento della rosa che abbiamo fatto negli ultimi tempi». In effetti, la situazione dell'infermeria azzurra impone qualche conto. In questo momento, con ancora un turno di campionato da giocare prima del raduno in vista di Italia - Francia, gli infortunati sono sei: le ali Stanojevic e Canavosio, l'estremo Bortolussi tutti irrecuperabili per il torneo 2007. In più ci sono il mediano di mischia Picone, l'estremo Galon e l'ala Spragg che potrebbero tornare nel gruppo solo le dopo le prime due o tre partite, senza contare che anche Pez e Griffen hanno qualche acciacco. Falcidiato il reparto dei tre-quarti, Berbizier non si scoraggia: «Le basi del nostro gioco sono solide e non dipendono esclusivamente dai singoli. Peraltro, rispetto allo scorso anno stiamo certamente meglio. Ad esempio, abbiamo Masi (man of the match dell'ultimo incontro in Coppa Europa del Biarritz ndr) che non era con noi lo scorso anno». Per integrare il gruppo azzurro nelle prime due partite contro Francia e Inghilterra Berbizier ha fatto ricorso all'esperienza, convocando veterani azzurri ormai da tempo fuori dal giro della nazionale. Si spiegano così le chiamate dell'ala Denis Dallan, che nello Stade Francaise il campo lo vede poco, dell'estremo-apertura De Marigny, buona la sua stagione nel Calvisano, e addirittura il n. 9 più blasonato d'Italia, quell'Alessandro Troncon del Clermont-Auvergne che, a 34 anni e con ben 90 cap nel palmarès, se ne era andato proprio all'alba della gestione-Berbizier sbattendo la porta.

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