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L'osservatorio

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Si può solo rincorrere e «sperare»

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Cingolato con motore da Formula Uno, la capolista fa record, migliorando l'exploit giallorosso, sale a più dieci: e che siano gli altri a dannarsi nell'inseguimento. Del resto, tra chi ha in campo, col dovuto rispetto, Ardito, Balestri e Lazetic, e chi ha in panca Crespo, Cambiasso, Dacourt, Cordova, non può esservi match. La Roma, lontana, chiude il girone di andata con un impegno di non altissimo coefficiente di difficoltà: in linea con quello che sarà il suo calendario nella prima fase del ritorno, toni morbidi ma con una parentesi di estrema durezza, la trasferta di San Siro con l'Inter. E intanto non ammette distrazioni questo viaggio a Messina, anche se l'avversario di turno sta attraversando una crisi allarmante, dopo un avvio pieno di promesse che aveva comunque propiziato quindici punti e una posizione al momento ancora garante di salvezza, Po i siciliani hanno vissuto un lungo periodo buio, soltanto in parte imputabile alla forzata rinuncia al bomber Riganò, anche oggi al palo. Poche le responsabilità di Bruno Giordano, bravo nel gestire un gruppo improvvisato dopo il ripescaggio in Serie A, magari inatteso, situazione appesantita dalla parsimonia della società, che forse stava programmando una realtà diversa dopo la retrocessione sul campo. Chiaro che i giallorossi dovranno dimenticare i troppo frequenti narcisismi recenti, ultimo quello esibito in Coppa Italia dove il discorso sarebbe stato chiuso con largo anticipo senza qualche leggerezza nella gestione del doppio vantaggio. A Messina, per altro, dopo i timori della vigilia relativi alla condizione di Pizarro e di Perrotta, Spalletti potrà disporre della formazione migliore, unica eccezione lo squalificato Mexes che avrà tuttavia in Matteo Ferrari un affidabile sostituto. Poiché la Roma ha anche il dovere di guardarsi alle spalle, visto il peso di un secondo posto che significa Champions dalla porta principale, l'interpretazione dovrà essere dunque delle più convinte. Il Palermo ha il vantaggio di un turno casalingo, anche se la tormentata Udinese (i capricci di Pozzo e la limitata pazienza di Galeone) rappresenta un'insidia non trascurabile. Nella corsa al quarto posto, occasione d'oro per la Lazio, all'Olimpico contro il Siena, per scavalcare un Catania che sale a Verona a collaudare i sogni di riscossa di un Chievo che qualcosa dell'antico spirito ha ritrovato con il ritorno di Gigi Del Neri.

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