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Minacce a Foschi: in regalo una testa di capretto

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Ma qualunque cosa sia, il pacco con la testa di capretto insanguinata recapitato a Natale al ds del Palermo è il modo peggiore per chiudere l'anno nero del calcio italiano, oasi del Mondiale a parte. Non c'è alcuna certezza sul brutto «regalo di Natale» aperto sotto l'albero del direttore sportivo del Palermo. Il primo a minimizzare l'accaduto è tuttavia lo stesso ds rosanero che ha ricevuto attestati di solidarietà delle autorità politiche siciliane. «È stato un Natale amaro - commenta Foschi - soprattutto per la mia famiglia. Mia moglie si è presa un gran spavento, quando ha aperto il pacco, è svenuta, per dirla...ma io penso a uno scherzo e dormo tranquillo». Il ds del Palermo nega l'ipotesi che si possa trattare di un segnale di tipo mafioso: «io con queste robe qui non ho nulla a che fare, sono cose che si vedono nei film. Vivo a Palermo da cinque anni, non ho mai ricevuto minacce. La gente mi vuole bene, tutta». Il ds del Palermo ha ricevuto il 22 dicembre un involucro, a Palermo, e senza aprirlo lo ha portato nella sua casa di Cesena, dove vive la famiglia. E lo ha messo sotto l'albero di Natale. Ad aprirlo è stata la moglie la notte del 24 dicembre. All'interno c'era la testa insanguinata dell'animale. A stigmatizzare per primo il macabro regalo è stato il patron del Palermo Zamparini: «È un gesto bruttissimo che offende tutta la città e non la squadra rosanero», Nei giorni scorsi Foschi non aveva raccontato del macabro regalo nemmeno agli amici più fidati. Nel pomeriggio della vigilia però il sessantenne direttore sportivo rosanero aveva già denunciato il fatto agli uomini dell'anticrimine di Cesena I poliziotti hanno recuperato quello che restava del pacco. Poi gli atti sono stati spediti dal Commissariato di Cesena alla Procura di Forlì e a quella di Palermo dove la Polizia sta indagando.

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