
I nerazzurri battono in rimonta l'Atalanta Eguagliato il record di vittorie giallorosse

Non significano, però, che il campionato sia finito: il ciclismo ci insegna che non esistono fughe che condurranno certamente alla vittoria, e se oggi l'Inter pare un'Invincible Armada, 7 punti di vantaggio a 21 gare dalla fine non sono una voragine. Ma l'Atalanta fa vedere i sorci verdi alla capolista, con un primo tempo eccellente, in cui l'Inter sente puzza di bruciato sin dall'inizio: Recoba incappa nel quarantesimo infortunio muscolare della sua carriera nerazzurra, e deve subito uscire lasciando spazio ad Adriano. Va bene che il Chino non è Maradona, ma perdere un giocatore al 6' non predispone alla serenità. L'Atalanta è intraprendente, approfitta della scarsa reattività dei padroni di casa, fa un figurone, e al 17' va in vantaggio, in capo a un'azione spettacolare conclusa da Ariatti che pesca sul limite dell'area Doni (Vieira, dove sei?): il tiro di prima del trequartista è imparabile. Il gol è meritato, la reazione interista inesistente, e gli ospiti rischiano di raddoppiare con Zampagna al 24' (altro bel tiro dal limite, stavolta Julio Cesar c'è). L'Inter non punge, gli uomini di Mancini si innervosiscono e si abbandonano a superflui falli di frustrazione (ammoniti Vieira e Crespo). Nell'intervallo la capolista riordina le idee. Al rientro, c'è Figo per Cambiasso, e c'è soprattutto un'Inter diversa. Monta l'assedio. Al 6' su una palla bassa di Maxwell Crespo non ci arriva, Adriano sì (in scivolata), ma da un centimetro manda fuori: che fare, se non dare una capocciata al palo per sfogare la delusione? Al 13' Crespo, innescato da Stankovic, gira benissimo, Calderoni è bravo a ribattere. Sul capovolgimento di fronte, per poco l'Atalanta non completa la festa: Zampagna serve a Donati un'ottima palla al limite dell'area, ma lo stop del centrocampista è una ciofeca, e Zanetti può spezzare la trama. La pressione interista comunque cresce di minuto in minuto. Figo ha il piede caldo, sforna un cross dietro l'altro, e al 20' pesca Adriano: che ci si creda o no, il brasiliano segna, in tuffo, di testa. Non ci riusciva dal 27 maggio in maglia nerazzurra (in Champions), e dall'11 marzo in campionato. La gioia di Adriano è incontenibile, l'Inter sale sull'onda dell'entusiasmo mentre l'Atalanta si spegne. Al 24' ancora Adriano di testa rischia di infilarne un'altra, ma per il raddoppio bisogna aspettare la mezz'ora. Il cross è sempre di Figo, ma poi l'assist di testa è di Carrozzieri, il tocco vincente (sempre di capoccia) è di Loria, e l'Atalanta confeziona il regalo di Natale: 2-1 e Inter a cavallo. I tifosi bergamaschi ci deliziano a questo punto con lanci di fumogeni, petardi e chincaglieria varia: quando si deciderà di abolire i settori ospiti negli stadi, sarà sempre troppo tardi. Zampagna va sotto la curva per moderare gli animi, la partita riprende, entra Ventola per Ferreira Pinto e l'Atalanta rifiorisce: Donati da fuori al 36' impegna Cesar, poi al 40' Carrozzieri prova a rifare lo schema dell'autogol, ma stavolta dalla parte giusta: suo il tocco di testa su corner, quindi tocca ad Ariatti, e Maxwell, sulla linea, salva la baracca e il record. Altri rischi non ne arrivano, si può pensare ai cenoni.
Dai blog

Lucio Battisti, l'Enciclopedia Treccani rivela l'ultimo "segreto"


Pedro regala alla Lazio un pari inutile


Lazio., lo storico abbraccio tra Lotito e Cragnotti
