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Decidono i gol di Cambiasso e Materazzi: Lazio spenta

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Grande impegno, tanta volontà ma pochissimi spaventi per Julio Cesar mentre i nerazzurri segnano con Cambiasso e Materazzi al 40' (minuto maledetto) dei due tempi e tornano a violare l'Olimpico biancoceleste dopo dieci anni. Nel mezzo l'assalto laziale, qualche decisione arbitrale discutibile e un tempo in superiorità numerica (espulso Ibrahimovic) senza costruire un assedio credibile. Rossi presenta a sorpresa Manfredini al posto dello squalificato Mutarelli. Il modulo non cambia, c'è sempre il rombo a centrocampo ma con interpreti diversi. In attacco Pandev e Mauri hanno il compito di innescare Makinwa. Sull'altro fronte Mancini (fischiatissimo dai laziali) dà fiducia a Burdisso riciclato al centro della difesa, sulle fasce Maicon e Maxwell. A centrocampo schieramento speculare rispetto alla creatura di Rossi con Vieira, Cambiasso, Zanetti e Stankovic nel ruolo di rifinitore. Davanti c'è spazio per la coppia Ibra-Crespo, Adriano e Recoba si accomodano in panchina. Si parte e la Lazio prova a far paura alla capolista. Ledesma è ispirato, Oddo ha il piede caldo e comincia a crossare tanti palloni verso la porta nerazzurra. L'Inter gradisce l'atteggiamento dei biancocelesti e aspetta tempi migliori, proprio come fanno le grandi squadre. Dopo otto minuti Makinwa impegna a terra Julio Cesar e poco dopo il ventesimo sfugge alla guardia di Materazzi, vola verso la porta ma, prima di poter tirare, arriva il contatto sospetto con il difensore della nazionale. Rossi chiede rigore ed espulsione, l'arbitro Rocchi fa finta di niente mentre il pubblico di fede laziale si sente defraudato. E improvvisamente la gara gira, cambia padrone: i biancocelesti che stavano costruendo la loro onesta partita, si smarriscono, l'Inter sale in cattedra. Cambiasso sciupa da ottima posizione, Crespo lo imita dopo la solita invenzione di Ibra. Genio e sregolatezza come sempre, lo svedese rifila un colpo gratuito a Ledesma è rimedia un inutile cartellino giallo. Il minuto della svolta è il 39', l'Inter passa dopo un periodo di dominio totale. Crespo beffa Siviglia, serve Cambiasso liberissimo in mezzo all'area, il centrocampista argentino tira e Peruzzi si arrende (inutile il tentativo di salvataggio di Zauri). La Lazio va in confusione, ci pensa Ibrahimovic a rimetterla in corsa. Nel primo dei due minuti di recupero concessi dall'arbitro, calcia inutilmente dopo il fischio dell'arbitro che lo aveva pescato in fuorigioco. Un'ingenuità gravissima, i laziali protestano, Rocchi si fa coraggio estrae il secondo giallo e poi il rosso tra le proteste di Mancini. Pochi secondi e tutti negli spogliatoi: i biancocelesti a studiare il modo giusto per attaccare e cercare il pareggio, i nerazzurri a trovare gli equilibri giusti per fronteggiare il prevedibile assalto della Lazio con l'uomo in meno. All'inizio della ripresa nessuna novità dalle panchine, Mancini sceglie il 4-4-1, lasciando Crespo da solo in posizione avanzata. I biancocelesti ci provano, avanzano il baricentro ma in attacco l'assenza di Rocchi, il centravanti non l'arbitro, pesa tantissimo. Rossi capisce che non ci sono sbocchi e si gioca la carta Foggia per Manfredini disponendo i suoi con il 4-3-3. L'Inter si chiude ma punge di rimessa tanto che Burdisso sfiora di testa il raddoppio. Mancini ci crede, manda sotto la doccia Maxwell, arretra Zanetti (preziosissimo) e prova a rianimare Adriano. Mossa coraggiosa, giustificata dall'apatia degli attaccanti laziali che assediano l'area avversaria senza riuscire mai a fare male a Julio Cesar. C'è tanta volontà da parte della Lazio, è un assedio, ma senza pungere. Entrano Figo (al posto di Crespo) e soprattutto Behrami che torna in campo dopo oltre sei mesi di assenza. E nel finale Rossi le prova tutte: dentro anche Tare. Finalmente si tira in porta: prima su punizione poi con uno splendido destro al volo Oddo costringe Julio Cesar a due miracoli. Poco, troppo poco per fermare la marcia dell'Inter che nel finale raddoppia c

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