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di ALESSANDRO AUSTINI SPALLETTI avrebbe il diritto di alzare le mani in segno di resa.

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Lo dicono i numeri e lo spettacolo offerto in campo, non la classifica. Inutile girarci troppo attorno: se l'Inter non si ferma, i giallorossi potranno solo badare a difendere il secondo posto. Che non è di certo il peggiore dei mali. Ma una Roma così meriterebbe di sognare il traguardo più ambito. Con i quattro gol rifilati domenica al Palermo, l'attacco di Spalletti è tornato ad essere il più prolifico: 36 centri contro i 34 dell'Inter e i 30 del Palermo. I giallorossi viaggiano a una media di 2.25 reti segnate a partita. Ma sul dato pesa la goleada con il Catania. Che l'equilibrio sia una delle doti della Roma lo dimostrano le statistiche sulla difesa, la seconda migliore in serie A: Doni ha incassato 14 gol. Inter e Lazio hanno fatto altrettanto e solo l'Empoli ha subito una rete in meno (ma deve recuperare la gara col Catania). I 35 punti fin qui raccolti rappresentano una crescita evidente rispetto allo scorso campionato. Dopo la sedicesima giornata la Roma navigava a metà classifica con 21 punti. Solo un girone di ritorno scintillante, con tanto di record, le ha permesso di piazzarsi al quinto posto, poi trasformato in secondo. Nessuna squadra è migliorata così tanto: il Palermo ha 9 punti in più dell'anno scorso, l'Inter ne ha 7. Da domenica c'è un altro primato: quello di Totti che è balzato da solo in testa alla classifica marcatori con undici reti. Con 136 gol all'attivo in serie A, il capitano è in procinto di superare Montella (137) e Chiesa (136) nella graduatoria dei bomber in attività. Ma tutto questo non basta. Per riaccendere l'entusiasmo serve una battuta d'arresto dell'Inter che, come ricorda spesso Spalletti, prima o poi deve arrivare. E se domani fosse proprio la Lazio a fare un regalo ai cugini? Una speranza che a Trigoria coltivano in silenzio. Inevitabile anche un pizzico di rammarico: la Roma, pur vincendo sette delle ultime otto partite, ha perso altri tre punti dai nerazzurri. Rosella Sensi non si perde d'animo e ricorda che «il campionato è lungo, è presto per dire che solo noi e Inter ci giochiamo il titolo. Di certo - chiude l'ad - non ci aspettavamo una vittoria così definita contro una squadra forte come il Palermo». Il sonoro 4-0 ha dimostrato la superiorità della Roma rispetto ai rosanero. Non se l'aspettava Zamparini, che fa l'allusivo: «Ho fatto i complimenti a Rosella Sensi: se i suoi giocatori correvano così solo perché erano allenati, ci hanno dato una grande lezione di calcio. Mi sono meravigliato di vedere, all'ottantesimo minuto e sul 3-0, Totti fare pressing sul nostro portiere: o sono tarantolati... ». Il club giallorosso, però, non ci casca e smorza subito la polemica. «Eravamo presenti alle dichiarazioni del presidente Zamparini - spiega Pradè - e il senso del discorso non era assolutamente votato a mettere in discussione la correttezza del lavoro di questo gruppo». Il ds attende una chiamata dal Valencia per chiudere il prestito di Tavano. L'ex empolese, intanto, è stato nuovamente escluso dai convocati dal tecnico Quique Flores. Non gli resta che preparare le valige e prenotare un volo per la Capitale.

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