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Il tecnico insiste sui titolari «Abbiamo costruito molto Non buttiamo tutto all'aria»

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Battere i rosanero significherebbe volare a + 4 e allontanarli dalla corsa al secondo posto. Non varrà lo scudetto, ma la piazza d'onore è un obiettivo di tutto rispetto. Spalletti, che stasera festeggia le 250 panchine in serie A, si aspetta una prova di forza e, soprattutto, d'orgoglio: quest'anno i giallorossi hanno sempre vinto la gara successiva a una sconfitta. «Ora - spiega il tecnico - bisogna stare attenti a non sciupare tutto. Perché di cose ne abbiamo create ed è nei momenti come questi che si vede la forza e la personalità di una squadra. Tutti subiranno delle sconfitte, l'importante è la reazione». In settimana si è parlato quasi esclusivamente di derby. Troppo pesante e amara la sconfitta con la Lazio per non fermarsi a rifletterci sopra. «A livello di entusiasmo "se ne busca" dopo una sconfitta così perché ci si rimane male. Venivamo da una sfilza di vittorie - prosegue Spalletti - e se non ci fosse stato quel gran gol di Ledesma, la partita poteva andare diversamente. Vorrei che la squadra giocasse come nel derby: nei primi 40' abbiamo fatto molto bene». Ma è mancato il carattere che, in una gara del genere, è un elemento imprescindibile. «Sotto l'aspetto della lotta e dello spirito di squadra dovevamo fare di più. Adesso essere bravi ad impostare la partita con l'attegiamento che sappiamo, anche contro chi ci ha studiato». Di fronte ci sarà un Palermo voglioso di riscattare la delusione europea. «Bisognerà stare attenti alla squadra di Guidolin perché è un avversario in grado di riservare molte insidie, ma noi nutriamo delle ambizioni, vogliamo fare bene e ribaltare subito ciò che è successo domenica. Non dobbiamo temere il Palermo né le scorie del derby». La Roma riparte da dove aveva iniziato domenica scorsa: stessi undici, stesso modulo. Impossibile fare altrimenti. Ora che si è fermato anche Vucinic, Spalletti ha perso il primo ricambio per ogni ruolo e ammette che «avendo un attaccante diverso a disposizione diventerebbe automatico cambiare modulo». Nessun dubbio di formazione per la Roma: Panucci ha recuperato e Mancini ci sarà nonostante un fastidio al tallone. In panchina si accomoderà Montella, ma l'aeroplanino non aspetta altro che preparare le valige e tuffarsi nella nuova avventura londinese. «Non mi sembra - tiene a precisare l'allenatore - di aver litigato con Vincenzo, per ora. Dopo il fischio finale del derby è stato lui a volersi allenare da solo in campo: io non gliel'ho chiesto ma ha fatto bene». Tavano, invece, è in dirittura d'arrivo ma non potrà essere utilizzato in Europa. «Staremo attenti alle situazioni che potremo raggiungere e che ci potranno essere di aiuto in campionato e Champions League. Ma il mercato di riparazione non offre molto». E la società non intende investire cifre folli. «Per cambiare totalmente una classifica o si fa come Berlusconi quando dice "Rifonderò il Milan", oppure si lavora e fatica di più. Da quando sono arrivato abbiamo fatto abbastanza ma bisogna ancora migliorare. È giusto quello che ha detto De Rossi: noi possiamo arrivare secondi. Di scudetto non ho mai parlato perchè l'Inter ha dei vantaggi e noi stiamo facendo la nostra corsa». Sarà bene riprenderla da stasera dopo la sbandata del derby. Sugli spalti 45mila anime, compresi oltre quattromila siciliani, ad infiammare una serata di per sé affascinante.

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