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GIANNI è recluso a Rebibbia da otto anni.

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Le partite le segue con la radiolina e gli toccherà farlo per almeno altri tre anni. È solo una delle migliaia di storie rinchiuse tra le mura grigie dell'istituto circondariale. Ieri pomeriggio Totti e De Rossi hanno trascorso tre ore tra i detenuti, cercando di strappare loro un sorriso. Due tifosi «doc» della Sud, alla presenza del sindaco Veltroni e del ministro della Giustizia Mastella, hanno consegnato i diecimila euro raccolti con la vendita di un cd da loro curato: serviranno a ristuttura la palestra del carcere femminile. «Spero di incontrarvi presto da un'altra parte» l'augurio rivolto dal capitano romanista, accolto come sempre da idolo indiscusso. Tra una corsa e l'altra nei meandri di Rebibbia, Totti ha trovato anche il modo di scuotere l'ambiente giallorosso dopo i colpi infieriti dalla Lazio. «I cugini hanno fatto bene a festeggiare - ironizza il capitano - per una volta che vincono... La partita è stata decisa da episodi: se entrava il tiro di Pizarro nel primo tempo avremmo vinto come minimo 3-0». Messi da parte i «se» e i «ma», Totti guarda avanti con fiducia. «Rosella Sensi ha detto bene, il campionato è ancora lungo e tutto è possibile. Allo scudetto ci crediamo». Domenica sera all'Olimpico arriva il Palermo, «e la gara ci servirà per un pronto riscatto». C'è spazio anche per l'ennesima chiosa sul tormentone del suo ritorno in Nazionale. L'altro ieri Gigi Riva ha confermato un accordo tra Donadoni e il giocatore che prevede un rientro tra gli azzurri solo dopo l'operazione per rimuovere placca e viti. «Ha detto la verità - dice Totti - e spero che questa sia la fine degli equivoci». Ma nella testa del capitano giallorosso c'è altro, la Champions soprattutto. Oggi alle 12 la Roma conoscerà l'avversario che affronterà negli ottavi di finale: Tonino Tempestilli volerà in rappresentanza della società nella sede dell'Uefa a Nyon. Per i giallorossi quattro delle sei possibili accoppiamenti sono con squadre inglesi: Chelsea, Arsenal, Manchester United e Liverpool. C'è tutto il gotha della Premier League, compreso l'avversario più crudele nella storia giallorossa, quel Liverpool che ha soffiato a Falcao e co. la Coppa Campioni all'Olimpico ed eliminato da Coppa Uefa e Champions la Roma di Capello. «Una vale l'altra - spiega Totti - ma se proprio dovessi scegliere direi Manchester perché all'Old Trafford non ci ho mai giocato». Lo stesso si è augurato qualche giorno fa Perrotta. Fascino a parte, i «Red Devils», trascinati da Rooney e Cristiano Ronaldo, stanno dominando il campionato inglese e se finissero sulla strada di Spalletti non sarebbe di certo il caso di festeggiare. Così come se il prossimo avversario si chiamerà Chelsea: dopo due titoli nazionali Mourinho è deciso a portare i «Blues» sul tetto d'Europa. E Shevchenko, Lampard, Drogba, tanto per fare tre nomi, non sono proprio gli ultimi arrivati... Anche quello con l'Arsenal sarebbe un abbinamento ostico: finalisti la scorsa stagione e tagliati fuori dalla corsa al primo posto della Premier, Henry e soci puntano forte sulla Champions. Insomma, se la Roma pescherà un inglese, deve sperare che sia il Liverpool. Spalletti vorrebbe evitare a tutti i costi anche il Lione: i francesi hanno già «ammazzato» il campionato e giocano il calcio più brillante in Europa. Vederli di fronte alla Roma sarebbe comunque uno spasso. L'ultimo possibile ostacolo è il Bayern Monaco che sembra l'avversario più abbordabile. Si fa per dire, visto come si è sbarazzato dell'Inter. Di sicuro i giallorossi giocheranno la gara d'andata in casa ed eviteranno le altre due squadre che hanno vinto i gironi, ovvero il Valencia e il Milan. Di «derby» tra italiane non se ne parla prima dei quarti.

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