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di GIANFRANCO GIUBILO CAMBIANO gli uomini, giocatori o allenatori o magari dirigenti ...

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Così si vive in altalena, i picchi dell'esaltazione e i pozzi della depressione, da un giorno all'altro, basta un episodio a stravolgere gli stati d'animo. Episodio importante e sentito, per carità, ma che non dovrebbe essere sufficiente, secondo logica e buonsenso, per modificare radicalmente giudizi e prospettive. Così la Roma giallorossa vive il dopo-derby come occasione per accentuare certe situazioni che le sei vittorie consecutive avevano relegato ai margini, dalle scelte di Spalletti alla vicenda non ancora chiarita di Vincenzo Montella. Sulle sostituzioni del derby, si sono sentiti tanti e tanti di quei pareri illuminati da far pensare che le lauree di Coverciano abbiano dilatato la loro dimensione in termini inimmaginabili. Tutti affermano con sicurezza che, al posto di Spalletti, avrebbero preso altre decisioni: come se un tecnico di quel calibro e di quella esperienza non disponesse, rispetto a tutti noi, di ben più affidabili metri di giudizio. E fermo restando che a nessuno piace, salvo tendenze masochistiche poco probabili, far del male a se stesso prima ancora che alla squadra al timone della quale ha finora manovrato al meglio. Sembra più produttivo un più ragionevole atteggiamento, in questo momento delicato per una Roma che comunque perderà per strada qualcuno dei pezzi, gli otto diffidati, la cui salvezza ha rappresentato forse la sola nota positiva della serataccia domenicale. Nell'esigenza di affrontare una realtà cruda ma difficilmente contestabile, cioè la supremazia di un'Inter che soltanto con l'ennesimo suicidio collettivo, tipo lemming, potrebbe perdere lo scudetto, il secondo posto resta traguardo ambizioso, garante come è di una Champions senza preliminari. Un traguardo da privilegiare, preparando lo scontro con il Palermo con la stessa attenzione che una classifica confortata dal derby avrebbe preteso, senza appesantire la vigilia con polemiche gratuite e con il pericolo di incrinare la compattezza del gruppo. In attesa di conoscere il nome della rivale europea, venerdì il sorteggio, giorni da dedicare soprattutto al recupero della serenità e di quella fiducia in se stessi che i risultati fin qui conseguiti confortano, ricordando anche come nella passata stagione lo stesso numero di partite avesse registrato un bilancio assai meno corposo in rapporto ai trentadue punti attuali. Sarà indispensabile arrivare allo scontro con il Palermo, che con il recupero degli elementi più prestigiosi è tornato a offrire gioco e spettacolo, come se la parentesi del derby non fosse esistita, riprendere insomma il discorso interrotto con l'identica concentrazione e con le stesse felici intuizioni che avevano propiziato grandi risultati. Guardare oltre, senza rimpianti.

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