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di ALESSANDRO AUSTINI E ALLE 10.

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Ma stavolta dietro le chiacchiere da bar c'è molto di concreto: il centravanti ha rotto con Spalletti e la sua splendida avventura nella Roma è vicinissima al capolinea. Attraverso il forum del suo sito internet, l'aeroplanino scioglie il silenzio, «dettato anche dal fatto di non voler alimentare eventuali dibattiti alla vigilia di un derby a cui noi teniamo in modo particolare. Oggi per me - racconta Montella ai tifosi - è ancora un giorno di totale amarezza.... Riguardo il mio futuro non è ancora stato deciso niente, né da parte mia né dalla parte della AS Roma... Con l'allenatore non è successo assolutamente niente e non esistono screzi di nessun tipo. Il mio scarso utilizzo nelle ultime partite è dovuto esclusivamente a scelte tecniche da me accettate (non ho ancora trovato nessun allenatore autolesionista, soprattutto in un derby)... Domenica a fine gara ho deciso di allenarmi perché erano previsti due giorni liberi e perché volevo far sbollire una certa incazzatura dettata sia dal risultato sia dal fatto di non aver giocato». Una versione dei fatti rispettabile, ma che presenta troppi tasselli diversi rispetto a quella, altrettanto credibile, che trapela da Trigoria. Montella ha chiesto alla società di essere ceduto: su questo non c'è dubbio. «È meglio per tutti» avrebbe detto in un colloquio con un dirigente. Spalletti ne ha preso atto, con un misto di delusione e stupore. A quel punto il tecnico non poteva che puntare su Vucinic come primo ricambio per l'attacco. Così ha fatto nelle gare contro Valencia e Lazio, così farà almeno fino a gennaio. Le bocciature del tecnico hanno acuito la tensione, come ha confermato lo stesso giocatore nel passaggio finale del suo sfogo. È già successo troppo per pensare ad una distensione dei rapporti e prendere per oro colato tutto quello che ha raccontato ieri Montella ai suoi fan più accaniti. Ma la stessa società vuole risolvere la situazione nel modo meno doloroso possibile. L'aeroplanino resta uno degli artefici principali dell'ultimo scudetto e questo a Trigoria nessuno lo ha dimenticato. Così come i dirigenti ricordano bene la disponibilità di Montella a spalmare l'ingaggio e i diritti d'immagine nel contratto quinquennale firmato ad aprile 2005. Quindi, niente polemiche in pubblico e tanta fretta di chiudere la questione in privato. «Non mi sento di confermare la cessione di Montella al Fulham - ha detto ieri Rosella Sensi - e mi dispiace che venga sempre fuori questo argomento. Vincenzo fa parte della Roma, fa il suo lavoro, così come deve farlo il tecnico». L'ad difende la squadra dopo il derby da incubo. «Certo, il risultato non è stato piacevole, ma anche dalle sconfitte si può migliorare. I festeggiamenti della Lazio? Per noi non è stato bello vederli ma non do giudizi». La sua parola, invece, dovrà darla presto per la cessione di Montella: dopo la partita col Palermo i dirigenti giallorossi incontreranno quelli del Fulham per cercare la via di un accordo che appare complesso. Gli inglesi sono disposti a prendere il giocatore in prestito, ma non a pagare interamente l'ingaggio da qui a giugno, ovvero 1.8 milioni di euro netti. Finora il Fulham si è detto disposto a spendere non più di 1.3, lasciando i restanti 500mila sul «groppone» della Roma. Il club di Sensi punterà a scrollarsi di dosso l'inero stipendio almeno fino al termine del campionato. Almeno, perché riuscire a realizzare una cessione definitiva sarebbe come fare bingo: da qui al 2010 Montella guadagnerebbe 15.9 milioni di euro lordi. Impossibile risparmiarli tutti, ma riuscire a farlo in buona parte sarebbe comunque un'impresa. A Villa Pacelli è pronto lo champagne.

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