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Agli Europei di Helsinki arriva il primo successo per gli azzurri

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Battuta finalmente la «bestia nera» Cseh. Magnini, pericolo Nystrand

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Sul gradino più alto del podio, irrigidito da un'emozione violenta e inaspettata, sale Luca Marin, il più veloce di tutti nella finale dei 400 misti. Il suo 4.01.71, record italiano, esprime con la freddezza dei numeri le infinite emozioni che hanno caratterizzato questa finale. Sì, perché Luca Marin ha vinto l'oro battendo il suo rivale di sempre, il più forte di tutti nei misti, colui che negli ultimi due anni lo aveva sempre relegato lì, al secondo posto. Era inarrivabile Laszlo Cseh. Era. In realtà lo sembrava anche ieri. Marin parte male e nella prima frazione farfalla rimane attardato sia rispetto a Cseh, sia rispetto al greco Drimonokos. Nelle successive quattro vasche dorso Luca si scioglie, ricuce lo strappo con il greco e cerca il recupero sul magiaro, che sembra non avere cedimenti. Il 100 rana nuotato da Marin è un vero capolavoro e gli consente di affrontare la frazione stile libero alla pari con Cseh. A 50 metri dall'oro Marin tira fuori un'energia inaspettata e inserisce le gambe, mentre l'ungherese sembra arrancare. Le ultime bracciate dell'italiano sono una pura formalità, perché l'eterno rivale è battuto, perché ieri Luca Marin è stato il più forte di tutti. Le altre finali che vedevano gli italiani protagonisti non hanno portato medaglie ma non sono state totalmente avare di soddisfazioni. Bravissimo Rudi Goldin nei 100 farfalla, chiusi al sesto posto ma con l'ennesimo ritocco al suo primato italiano (51.89). Un po' di delusione, invece, per la finale di Alessandro Terrin, i 100 rana. Anche in questo caso una sfida nella sfida, quella tra colossi, il nostro Terrin e l'ucraino Lisogor, Campioni Europei ex aequo a Budapest. È noto come Alessandro soffra un po' questa distanza mentre il suo avversario non sembra fare troppa differenza tra 100 e 50. È così che l'azzurro rallenta troppo sul finale e finisce quinto, mentre l'ucraino va a prendersi l'oro. Ancora problemi per Federica Pellegrini, giunta settima al termine dei suoi 800 sl. La gara è stata vinta dal "cyborg" Laure Manaudou, che ha duellato solo con la linea rossa del record del mondo, precedendola per tre quarti di gara, ma cedendo alla fine con 8.12.24. Per non smentirsi, la francesina più forte di sempre si aggiudica anche l'oro dei 100 dorso, giù il cappello e applausi a scena aperta. Curioso che ieri i protagonisti indiscussi del Makelanrinne Swimming Center, siano stati Marin e la Manaudou. I due sono fidanzati, si amano e sembrano fare sul serio. Dopo le prestazioni di ieri non si può non dire che è un amore che vale oro. Tra tante finali, anche una semifinale di spicco, quella dei 100 sl che vedeva impegnato il nostro Filippo Magnini. Se la qualificazione alla finale di oggi non è sembrata mai in dubbio, qualche perplessità l'ha sollevata Stefen Nystrand. Pippo ha chiuso in 47.62 mentre lo svedese ha impressionato con 47.11. Re Magno dichiara di non valere ancora quel tempo, ma quando sei sui blocchetti e hai una corona che campeggia su una cuffia dorata, non si parla più di centesimi, si parla di classe e cuore, di talento e determinazione. E Magnini ce l'ha.

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