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di ALESSANDRO AUSTINI DENTRO o fuori.

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Dopo i due match point falliti con Olympiacos e Shakhtar, ai giallorossi serve ancora un punto per ottenere l'accesso agli ottavi di finale: un traguardo mai raggiunto da quando la competizione ha cambiato formula. Spalletti lo vede a un passo, ma dovrà tagliarlo senza Totti, bloccato da un lieve infortunio e risparmiato in vista del derby di domenica. Stasera, in un Olimpico più pieno del solito (attesi 45mila spettatori), arriva un Valencia con pochi stimoli e con mezza squadra rimasta in Spagna: gli iberici hanno già la certezza del primato nel raggruppamento. E il ds Carboni, legatissimo alla Capitale, non avrà di certo ordinato alla squadra una partita agguerrita. Ad Atene, in contemporanea, si giocherà l'altra sfida del gruppo B tra Olympiacos e Shakhtar: i greci devono vincere per ottenere un posto in Coppa Uefa, gli ucraini cercano tre punti per sorpassare la Roma. Insomma, difficilmente le cose si potevano mettere meglio per i giallorossi. Ma la storia della Roma insegna a non fidarsi mai. Lo sa bene Spalletti, che deve rinunciare a sorpresa al giocatore più in forma del campionato: il capitano ha riportato un trauma contusivo e distorsivo alla caviglia destra (non quella operata) nei minuti finali di Roma-Atalanta. Il colpo non gli ha consentito di allenarsi negli ultimi due giorni. «Visto che oggi (ieri, ndr) il dolore è aumentato - racconta Spalletti - gli abbiamo fatto fare subito gli esami. Il quadro della situazione non è bruttissimo, con un paio di giorni di stop e una benda particolare riuscirà a sistemare la situazione e ad allenarsi un po' in vista del derby». L'impressione è che se la partita col Valencia fosse stata una di quelle da vincere a tutti i costi, Totti ci avrebbe almeno provato. «Ma se avesse forzato ci sarebbe stato il pericolo - spiega il tecnico - di un grave peggioramento, allora è meglio non convocarlo». L'allenatore toscano dovrebbe concedere un'altra chance a Montella, dopo il primo tempo opaco di sabato scorso. «L'ho bruciato dopo la sostituzione? Non credo. Vincenzo può darci ancora molto perché finora ha fornito il suo contributo pur venendo da un periodo di inattività molto lungo e purtroppo, per scelta mia, non ha avuto la continuità». Non si limitano all'attacco i problemi di Spalletti: anche Perrotta è in dubbio. Con Pizarro squalificato e Aquilani e Faty infortunati, mancano le alternative. «Sono sicuro che la squadra possa stare in campo anche senza Perrotta. Se non ce la farà, a centrocampo possono giocare Chivu, Cassetti o Marsili. Ma in partite come queste l'esperienza è fondamentale». Per l'ennesima volta Spalletti fa i conti con una rosa striminzita, il suo collega Mancini non sa neanche il significato della parola emergenza. «Sono cinque anni che l'Inter spende cento milioni per fare mercato, e in un periodo così lungo qualcosa si mette a posto. Non invidio i giocatori nerazzurri, mi tengo i miei, ma dico che loro hanno qualcosa in più perché c'è un progetto che viene da lontano e nel quale sono state messe le mani in più modi». Alla Roma, per mettere le proprie di mani sugli ottavi di Champions, servono pochi calcoli e tanta concentrazione. «Il rischio di pensare al pareggio andrà gestito bene. La maggiore insidia che presenterà questa partita potrà essere quella di ritenere il Valencia più debole perché rimaneggiato. Quelli che giocheranno saranno più stimolati a tirare fuori le loro qualità. Noi dobbiamo porre attenzione a questa gara anche in funzione dei vantaggi per la società». C'è bisogno di una Roma diversa rispetto a quella vista finora in Champions, esclusi venti minuti di fuoco con lo Shakhtar all'Olimpico. Per l'occasione Spalletti, in accordo coi giocatori, ha ripristinato il ritiro. Ma con una novità: «Quelli che hanno moglie e figli possono non venire e, magari, ci saranno quelli che sono costretti a stare da soli a casa. Diciamo che è un ritiro volontario». A Trigoria si sono presentati tutti i giovani, Mexes, Tonetto, Cassetti e Julio Sergio. Allo stadio ci saranno anche il

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