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L'osservatorio

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Già primo il Valencia, già fuori i greci, ai romani resta l'obbligo di un punto con gli spagnoli all'Olimpico, perché lo Shakhtar è in svantaggio nel doppio confronto. Poche le attentuanti, se non l'arbitraggio poco amichevole, per una Roma che ha snaturato le sue abitudini e le sue propensioni: badando soltanto al contenimento, non riuscendo a offendere pericolosamente neanche dopo che Spalletti aveva mandato in campo anche Vucinic e Montella, rischiando anzi di subire una punizione più pesante. Basta l'Ucraina, che non è poi la Siberia, per annunciare la sgradevole stagione del gelo, quest'anno gratificata almeno da una più prolungata sosta natalizia, anche se in Italia le scadenze di stagione non sono così affidabili come nel Nord europeo. Ma non basta il gelo a definire l'handicap di partenza dei giallorossi, costretti a rinunciare a Chivu contuso in allenamento, mentre neanche si può considerare turnover la panchina per Pizarro, non al meglio e inoltre diffidato, visto che al suo posto giocava Alberto Aquilani, una garanzia. Lucescu, recuperato Marica esterno di grande qualità, ha rinunciato però al brasiliano Elano, che ha pagato qualche capriccio poco gradito al tecnico romeno. La temperatura può forse spiegare quel primo tempo semicongelato della Roma, solitamente più viva e più reattiva, ma è anche possibile che l'atteggiamento fosse dettato dall'esigenza di fare un po' sfogare l'impeto dei padroni di casa, nel ricordo della partita di andata sofferta per oltre un'ora, prima del diluvio. E invece...

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